Con un clamoroso ritardo, ma le
dive sono così non ci si può far niente, comincia il concerto di Rettore (guai a chiamarla ancora Donatella
ci si potrebbero ritrovare le unghie sulla guancia) al Ministry
dell’Antella (dove
ancora la legge antifumo non sembra sia arrivata). La folla è in delirio, la
pista piena di trentenni e quarantenni cresciuti a suon di “Kobra”
e “Lamette”.
Platinatissima, fin dal 1978, e atletica, bicipiti in
prima vista come sulla copertina del suo ultimo album “Figurine” uscito proprio
quest’anno per festeggiare i trent’anni di carriera (il primo Lp fu “Ogni giorno
si cantano canzoni d’amore” nel ’75 anche se due anni
prima era già su un palco importante come spalla del tour di Lucio Dalla), addominali scolpiti.
Erano infatti dieci anni che Miss Rettore non
pubblicava un cd, dal ’96 con “Concert”.
Anche se con qualche ritocco del chirurgo estetico, già abbondantemente
anticipato negli anni da “Splendido splendente” del ’79, rimane sempre una
delle più belle signore della canzone italiana.
Classe 1956, l’anno prossimo mezzo secolo da festeggiare
sicuramente. Da fine anni ’70 sempre sulla cresta: più volte sul palco
di Sanremo, ben cinque milioni di
copie vendute con il solo singolo”Lailolà” in tutta
Europa, il Festivalbar vinto nell’81, Vota la voce, Discoring, Premiatissima, addirittura
foto su Playman,
cinema, teatro. Hanno scritto per lei nel tempo da Elton
John, “Remember”, “This time”, “Sweetheart
on parade”, a Gino Paoli, Caterina
Caselli, Eugenio Finardi, Elio e le storie tese,
all’ultimo Bruno Lauzi. Non molti artisti hanno avuto
la fortuna, l’onore ed il privilegio di essere omaggiati
in vita da altri colleghi. La cosa è accaduta nel 2001 con l’album- cover “Clonazioni – Tutti pazzi per Rettore” (tra gli altri
Marina Rei, Carmen Consoli, Statuto, Prozac +, Blue Vertigo). Per molti un’icona, un mito, un
totem d’avanguardia, una bandiera. I trucchi ed il look
stravagante, il rock, i capelli cotonati, il punk oggi hanno lasciato spazio ad
una maggiore sobrietà.
Aggressiva come una “Leonessa”, la grinta è quella della Bertè,
alcuni vocalismi la avvicinano ad Alice o Giuny
Russo, nei gesti ricorda a volte Patty Pravo.
Quaranta minuti, purtroppo senza bis, per l’ex mandriana della “Fattoria” del reality Mediaset, che dopo l’avventura in una delle tante fiction
si è riciclata e riproposta al suo pubblico. Quindi spazio a “Splendido
splendente”, ai doppi sensi neanche troppo velati di “Kobra”,
all’inno trasgressivo al suicidio “Lamette”, tre milioni di copie vendute, alla romantica “Di notte specialmente”, che la avvicina a
Fiorella Mannoia, fino alla hit ska “Donatella” che ha fatto
ballare, sudare e saltare.
Miss Rettore se ne va, ma lo zoccolo duro rimane a distanza di decenni, saldo e fiero della cantante veneta. Gli anni
non sembrano passare, il tempo si è fermato agli ’80.
Con nostalgia.
Voto
7½