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  29/03/2024 - 13:55

 

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Scanner - musica
 


Orishas
A lo cubano
[Chrysalis 2000]

 




                     di Paolo Boschi


Pensando a Cuba, un po’ per il grande botto retroattivo dei vecchi leoni del Buena Vista Social Club (disco di nicchia divenuto gradualmente un successo planetario), un po’ per la susseguente esplosione della musica di matrice latina nel mondo (vedi Santana, Gloria Estefan, Ricky Martin, Jarabe de Palo e compagnia bella), viene inevitabilmente da pensare all’ormai riscoperto e celebrato son locale. Ma è anche vero che nella realtà giovanile della Cuba contemporanea ha un grande posto anche l’hip hop, genere musicale eminentemente di matrice protestataria, urbana in senso stretto, almeno nei corrispettivi ambienti statunitensi, da qui l’estrazione coloured (Eminem a parte) della maggioranza dei rappers, hiphoppers e gangstarap americani. E da Cuba passando per Parigi Ruzzo e Yutuel, due ex membri degli Amenaza – gruppo impostosi alla terza edizione (semiclandestina) del Festival Rap Cubano – con Liván (già nei Sergent Garcia) ed il chitarrista di son Roldán hanno formato gli Orishas. Il gruppo nell’album d’esordio A lo cubano mantiene fede all’idea ed al nome, che cita le divinità religiose afro-cubane, non a caso propone un hip hop atipico, uscito dallo strano mélange di son, guacancò e timba e quasi ipnotici del rap. In pratica ne nasce una fuses, ovvero una sorta di fusion di diverse cadenze caraibiche che, pure, contengono un elemento di ripetitività interna. Il risultato è indubbiamente piacevole, molto ballabile, ma quasi incidentalmente latore di messaggi sociali o contro in senso stretto. Il disco si apre con un’introduzione densa di promesse: la prima mantenuta segue a un dipresso, è la contagiosa Represent, che mette l’ascoltatore sull’avviso, dandogli un corposo assaggio di quanto troverà nell’album ovvero, in genere, un refrain caraibico alternato a strofe più propriamente hip hop – ed è quanto mai azzeccato che il testo sia per l’appunto una riflessione metamusicale sul son cubano –. Il canovaccio non cambia nella successiva Atreviso, più spostata sul versante hip hop. Il gioco di contaminazione raggiunge livelli di un irresistibile groove nella title track, davvero deliziosa, sicuramente uno degli episodi migliori del disco, che però non funziona a pieno regime proprio nella parte centrale, segnata da un progressive incursioni elettroniche. Da Orishas llegò per fortuna il gruppo si ricorda di essere cubano e torna se stesso: arriva anche qualche brivido con 537 C.U.B.A., anche perché qui le divagazioni hip hop si diramano dal Chan chan del mitico Compay Segundo, ovvero il brano programmatico di Buena Vista Social Club. Da segnalare anche Connexiòn e la conclusiva Triunfo. Si può tentare: il gruppo c’è, il progetto è destinato a un luminoso futuro, quando arriveranno (si spera) anche prove più mature.

Orishas, A lo cubano [Chrysalis 2000]

Voto 6+ 

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