È sempre difficile cambiare la propria direzione musicale, soprattutto se ti
chiami Alanis Morissette ed hai venduto circa trenta milioni di copie col tuo disco
d’esordio (ovvero Jagged Little Pill)
a poco più di vent’anni, diventando l’apripista del rock arrabbiato al femminile.
La cantante canadese, classe 1974,
nel prosieguo della sua carriera ha continuato a scrivere
canzoni intense e grintose, occasionalmente aggiustando il tiro sul fronte
musicale, fino a So Called Chaos
del 2004. Quattro anni dopo Alanis è tornata in studio per registrare il quinto
album della sua carriera, ovvero Flavors Of Entanglement, con Guy Sigsworth (che già
collaboratore di Björk) a seguirla come produttore.
Diciamo
subito che l’attesissima svolta elettronica c’è stata solo
parzialmente – anche se proprio i primi passi non ufficiali della Morissette
adolescente avevano prodotto due sconfessatissimi
album dance quando lei era una
giovane stellina della TV canadese –. L’ultima fatica della Morissette conferma
anzi la sua vena di autrice di canzoni intense ed emozionanti, a partire dall’apripista Citizen of the planet,
giocata su ritmi orientaleggianti su base rock.
Da
segnalare anche Underneath,
l’intenso e grintoso singolo di lancio, l’elettronica di Straitjacket, la struggente
ballata per piano Not as we, la frizzante ed ironica
In praise of the vulnerable man, la
delicata ballata Torch
e Incomplete, l’intrigante brano
che chiude il discorso per questa volta. Tra queste luci Flavors Of Entanglement presenta
anche qualche ombra, ma la
Morissette continua ad assicurare emozioni ed
incanti: si può tentare…
Voto
7