partner di Yahoo! Italia

Fizz - Idee e risorse per il marketing culturale !

Scanner - Cultura Opinioni Online
links redazione pubblicità info redazione@scanner.it


   


Virginiana Miller
The Unreal McCoy
Spain
Sargent Place
David Byrne & St. Vincent
Love This Giant
Joan As Police Woman
The Deep Field
Bob Dylan
Tempest
Robert Plant & Alison Krauss
Raising Sand
Bruce Springsteen
Wrecking Ball
Norah Jones
Little Broken Heart
Adele
21
Raphael Saadiq
Stone Rollin’

 


Ricerca avanzata

 

 

Arte Musica Libri Cinema Live Interviste Home Vignette Gallery Hi-Tech Strips Opinioni Gusto Ospiti TV

  20/04/2024 - 04:23

 

  home>musica > americana

Scanner - musica
 


Gary Moore
The best of the blues
Virgin Records

 




                     di Massimiliano Franchi


E' un bluesman un po' atipico. In realtà Gary Moore bluesman lo è diventato con il passare del tempo mentre la sua carriera come chitarrista elettrico è iniziata con l'hard rock. Nasce a Belfast, in Irlanda del Nord, nel 1952 e le sue prime radici musicali sono Elvis, i Beatles ed in seguito Jimi Hendrix e John Mayall con i suoi Bluesbrakers; già giovanissimo era conosciuto per la sua abilità con la chitarra e dopo poco, con l'aiuto di Peter Green, chitarrista dei Fleetwood Mac che credeva molto in lui formò il primo vero gruppo della sua vita,gli Skid Row, nati come trio ai quali sia aggiunse poi il cantante Phil Lynott. Tre album registrati e tour anche in America come supporto di gente del calibro dei Mountain e degli Allmann Brothers, ma la cosa finì perché Gary lasciò per una carriera solista che fu solo abbozzata. Infatti dopo poco tempo si ritrovò insieme al suo ex cantante nei Thin Lizzy, nei quali entrò per sostituire il chitarrista che abbandonava il gruppo. Seguì un altro periodo di collaborazione con Phil Lynott che ebbe anche dei buoni frutti con singoli piazzati nei primi posti delle classifiche inglesi, ma la svolta della carriera venne nel 1990, con l'uscita del suo miglior disco di sempre, "Still got the blues". E' qui che nasce il bluesman Gary Moore, anche se non lo possiamo paragonare ai musicisti americani perché nel suo sound si riconosce chiaramente la matrice britannica; il suo blues è frutto di composizioni originali e di covers e sia la voce che la chitarra scorrono fluidi e potenti, sia nei brani tirati che in quelli lenti.

L'album seguente prosegue il discorso, avvalendosi di collaborazioni super come B.B.King ed Albert Collins e ci saranno altri buoni album (fra cui "Blues for Greeny" interamente dedicato al suo amico e scopritore Peter Green) ma nessuno raggiungerà più i livelli del 1990. Questa uscita in doppio CD per la Virgin ci regala un bel riassunto della carriera blues di Gary Moore, per cui è ovvio che si sia pescato a piene mani da "Still got the blues" (con copertina molto significativa, dove campeggia, dietro un giovane Gary chitarrista, un bel poster di Jimi Hendrix).

Infatti, in "The best of the blues" trovano spazio, nel primo CD in studio, 10 dei 12 brani di quel disco; fra i migliori direi "Oh pretty woman", "Walking by myself", "Too tired" e "Moving on", ma tutto il CD scorre bene ed alterna slow blues a brani più ritmati e tirati, sempre con una grande chitarra elettrica in primo piano. La vera sorpresa è il secondo CD, completamente "Live", al cui ascolto mi sono posto forse con un po' di sufficienza; veramente bello, specialmente nella sua parte iniziale. Si parte bene con "Caldonia", con ospiti Albert King e Albert Collins e si decolla con "The thrill is gone" con B.B.King e la sua nera " Lucille" (la sua chitarra) che danno una prova eccezionale; nella parte centrale del brano c'è un fantastico duetto chitarristico con Gary e B.B. che si "parlano" con le note, ascoltare per credere, che da solo varrebbe l'acquisto. Ottimi anche i seguenti "Stormy monday" con Albert King e "Cold cold feeling" ancora con Albert Collins, con il quale duetta ancora in "Further up the road". Seguono le riesecuzioni live di alcuni brani tratti sempre da "Still got the blues", per un totale di 31 brani di cui 14 dal vivo. Da segnalare anche la bella versione di "Parisienne walkways-93" sempre dal vivo che compare sul primo CD. Per chi non conosce Gary Moore oppure per chi non conosceva il lato blues della sua carriera musicale questo è sicuramente un buon acquisto, che lo rappresenta al meglio; forse si potevano evitare i doppioni dei suoi brani più significativi, che nelle versioni dal vivo non si discostano troppo dalle versioni in studio, ma comunque "The best of the blues" rimane ottimo.

Voto 8 

        Invia Ad Un Amico

© Copyright 1995 - 2010 Scanner