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  20/04/2024 - 07:52

 

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Scanner - musica
 


Riccardo Marasco
Lo chansonnier toscano per definizione
Ricercatore, cantautore, virtuoso della chitarra
Sanguigna comunicativa, ironica e disincantata

 




                     di Fabio Norcini


Chansonnier toscano per definizione, ricercatore, cantautore, interprete dalle mille possibilità vocali, virtuoso della chitarra, o sarebbe meglio dire delle chitarre: sono innumerevoli, e preziosissime quelle che colleziona e sulle quasi esegue il proprio repertorio, dai magnifici esemplari "battenti" secenteschi ai capolavori di liutai moderni.
Gli orizzonti musicali di Riccardo Marasco sono sconfinati, vasti come il suo repertorio che spazia dalle laudi sacre del Duecento, alle rinascimentali cacce e, passando per villanelle e barcarole, dal Settecento arriva fino alle canzoni patriottiche risorgimentali, si spinge fino ai canti dei Novecento, inglobando il popolare con lo pseudo-colto, la musica leggera e quella d'autore. Un'esplorazione della canzone, la sua, immensa che delle rielaborazioni del prediletto Spadaro (del quale è il più autorevole esegeta) si spinge nelle più svariate direzioni, alla riscoperta di autori negletti, autentici menestrelli rimasti ai margini del mercato, ma veri depositari della tradizione "incantevole" per spingersi alla inesausta rilettura anche dei contemporanei.

Un patrimonio, quello della parola cantata, che Riccardo Marasco sta indagando da oltre un trentennio, sia con ricerche "sul campo" sia mediante pazienti ricerche filologiche in biblioteche ed archivi. Ma tutto con il preciso obiettivo di rimettere in circolazione quanto vi è di più vivo nel passato e di durevole nel presente, non certo con intenti accademici, ma con un personalissimo gusto. In ciò Marasco è aiutato da un infallibile istinto teatrale, che data dai suoi esordi in palcoscenico: si è infatti formato nella compagnia di Oreste Lionello e la sua carriera l'ha portato ad esibirsi a fianco di artisti che vanno da Jerry Lewis a Roberto Murolo, da Tina Turner a Pippo Franco; da sottolineare che con Marasco ha avuto il suo battesimo teatrale (in veste di aiutoregista e scenografo) il giovane Ugo Chiti.

Ogni suo spettacolo è contrassegnato dalla meticolosa preparazione musicale, ma anche dalla sanguigna comunicativa, ironica e disincantata, che lo rende ogni volta un evento unico e irrepetibile, lasciando il dovuto margine all'improvvisazione: una miscela che fa del suo personalissimo "teatro canzone", un caleidoscopio di umori unendo all'amore della melodia e della forma canzone il pregio della battuta fulminante e della giocosa ironia, ma soprattutto in virtù di un estremo rispetto per il pubblico. Citiamo qualche suo recente spettacolo: Le canzoni dell’amore, dal repertorio dei primi film sonori, che debuttò alla Fenice di Venezia sotto l’egida di Scaparro per il centenario del cinema, Dal cupolone si vede il Vesuvio, omaggio alla canzone partenopea, Un bacione a Spadaro, Ridendo e cantando che male vi fo sono solo alcuni dei suoi memorabili show.

Nonostante la lunga carriera, i tanti dischi (che rendono solo parziale giustizia alle sue possibilità), gli innumerevoli concerti in tutta Italia, ma anche in Giappone, negli Stati uniti e in tutta Europa, Marasco non riesce a fermare la sua curiosa ricerca e voglia di sperimentazione, che l'ha visto imboccare nuove strade e abbracciare accattivanti progetti (ad esempio la sua collaborazione con il gruppo etnico dei "Musicanti del Piccolo Borgo" , divenuti con lui i Musici di Acanto con i quali ha registrato un CD di Laudi dal titolo Non più guerra). Tutto conferma la vitalità di un artista che non ha mai accettato etichette di comodo e, dopo essere stato tra i primi promotori della riscoperta folklorica in Italia, ha proseguito per la propria difficile strada senza concedersi a facili ricette di mercato.

Voto 7 

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