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  26/04/2024 - 22:45

 

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Scanner - musica
 


John Lee Hooker
Mr. Lucky
[Virgin/Pointblank 1991]

 




                     di Paolo Boschi


Addio, boogie man
Mr. Lucky


John Lee Hooker: un uomo, un mito, un leggendario bluesman. La storia del rock insegna, almeno negli ultimi tempi, che i cosiddetti 'dinosauri' ( Stones, Aerosmith, e molti altri) sono ben lungi dall'estinzione, anzi, possono divertirsi a contaminare i propri storici repertori con il 'nuovo' risultando originali e coraggiosi al contempo. Nella storia del blues il problema semplicemente non si pone, a parte i bluesmen maledetti entrati nel mito per la precoce scomparsa (uno su tutti: Robert Johnson), dato che in genere la via del cantore di blues è infinita e dura tutta la vita, se l'artista in questione ha la necessaria coerenza di continuare a percorrerla: come B.B. King, come Buddy Guy, e più che altro come John Lee Hooker, il grande vecchio del blues. Nonostante l'incombere delle numerose primavere, l'ultimo periodo artistico del boogie man è stato complesssivamente oltremodo fruttuoso, a partire dallo splendido The Healer del 1989 - premio Grammy a Hooker e Bonnie Raitt come "Best traditional blues recording" per I'm in the mood -, passando per Mr. Lucky del 1991 e Boom Boom del 1992 (entrambi 'nominati' al Grammy), quindi Chill out del 1995 (Grammy come miglior album di blues tradizionale) e Don't look back del 1997, premiato ancora col Grammy riservato al miglior album blues, mentre la title-track fu premiata come miglior collaborazione pop (con Van Morrison). E spesso accade che i discepoli diventati famosi si uniscano intorno alla carismatica figura del vecchio maestro per colorare il suo album con la tinta, sempre più diffusa, del collaborazionismo: lavori di tale genere raramente rivelano compattezza ed armonia, ma in Mr. Lucky tutto finisce magicamente per andare nel verso giusto, soprattutto in virtù del carisma di Hooker. La sua voce di carta vetrata e la sua chitarra essenziale costituiscono le linee conduttrici dell'album dalla prima all'ultima delle complessive dieci tracce. Non a caso nell'apripista I want to hug you John Lee Hooker si presenta da solo, ripetendosi con lo scarno e disadorno blues dell'apripista Highway 13. Ovviamente l'ottimo cast di musicisti ospiti, quando è chiamato all'appello, fa egregiamente il proprio dovere: degne di segnalazione in tal senso il contagioso boogie di This is hip con Ry Cooder alla chitarra, il duetto con Robert Cray nella title-track, e quindi Backstabbers, Stripped me naked, Suzie e Crawlin' kingsnake, nelle quali alla chitarra si alternano rispettivamente signori del calibro di Albert Collins, Carlos Santana, Johnny Winter e Keith Richards. La gemma dell'album è la struggente I cover the waterfront, in cui il vecchio maestro si 'contamina' in direzione celtic blues duettando con Van Morrison. John Lee Hooker dedicò Mr. Lucky alla memoria di Stevie Ray Vaughan.

John Lee Hooker, Mr. Lucky [Virgin/Pointblank 1991]

Voto 8 

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