Ritratto di Jenny B.
L'album d'esordio
C’è chi sfrutta l’attimo e chi aspetta almeno un minuto
prima di capitalizzare le fortune di un singolo sanremese in un album: Jenny B. ha dimostrato di appartenere alla
seconda categoria chiedendoci di darle ‘solo un minuto’ prima dell’atteso album
di debutto. Che è arrivato quasi un anno dopo la notevole performance vocale
con la quale si è imposta all’edizione 2000 del festival canoro nazionale nella
sezione riservata ai giovani, vinto secondo le previsioni della vigilia con
l’intensa Semplice sai, ovviamente annessa alla tracklist di Come
un sogno, l’opera prima della ventinovenne cantante catanese di nascita
e reggiana d’adozione. L’album nel complesso convince, non tanto per la qualità
testuale dei brani quanto per la voce naturalmente black
della bravissima
Jenny, che spesso basta a sorreggere l’impalcatura di brani altrimenti non
indimenticabili: una caratteristica non da poco, che già la configura come una delle migliori performers
su scala nazionale. Come un sogno conta complessivamente
dieci brani, in gran maggioranza si tratta di canzoni d’amore. Si comincia con
la title track, costruita appositamente per valorizzare le doti canore
dell’autrice ma non particolarmente innovativa sul versante musicale: pop tranquillo,
qualche vocalizzo da
brivido e poco più, insomma. Discorso completamente diverso per la
successiva Io sono il vento, cover dell’omonimo brano portato a
Sanremo dal tenore Arturo Testa nel lontano 1959: una versione intrigante,
contaminata in direzione rap dal buon
Tormento dei Sottotono ed irresistibile nel contagioso refrain di
chitarra illuminato dalla brava Jenny. D’altra parte è sempre la sua voce a
diffondere emozioni e magie nell’album: accade nell’avvolgente e morbida Ho
voglia di te, o in Semplice sai, un piccolo incantesimo di pop melodico
che si apre a squarci black, o infine in Toccami l’anima. Dentro Come un sogno,
oltre al pop ed al rap, troviamo sprazzi occasionali di rhythm’n’blues,
soul, jazz e perfino ritmi caraibici (in Di più). Ed anche covers decisamente
peregrine: oltre a Ho voglia di te si contano Se io non amo me,
versione italiana di Another day di Brandford Marsalis (dalla soundtrack
di Clockers di Spike Lee), 10 ragazze di Lucio Battisti (mutuato
in 10 ragazzi e non particolarmente ispirata né trascinante come
l’originale), e soprattutto Se stasera sono qui di Luigi Tenco, in una
suggestiva versione per solo piano e voce, incantevole, dolcissima ed intensa,
probabilmente l’episodio più convincente del disco. Per chiudere non poteva
mancare, ovviamente, un minuto di Dammi solo un minuto. Ad un dipresso
Jenny B. si è poi piazzata sesta a Sanremo 2001 con Anche
tu, ormai felicemente promossa nella sezione riservata ai Big.
Jenny B., Come un sogno [Emi 2000]
Voto
6½