Viene da chiedersi se i berlinesi Jazzanova abbiano idea di seguire le orme di Kruder & Dorfmeister. Speriamo vivamente di no! Non tanto perchè diventare stars prima ancora di aver inciso un album sia una eresia, ma perchè avrebbero partita persa in partenza. Un pò perchè arrivare secondi non è mai utile, un pò perchè non è un caso se i Viennesi sono riusciti a arrivare sul gradino più alto: sono dei fuoriclasse assoluti.
Ciò non toglie che Jazzanova siano bravi, davvero. Sarà sufficiente scorrere questa raccolta di remixes. Con il jazz nel cuore quanto il ritmo sudamericano, come quasi tutti i loro amici alla Compost di Monaco di Baviera (Beanfeld, Rainer Truby, Minus 8, Les Gammas) o alla Stereo Deluxe di Norimberga (Mo'Horizons, Moodorama), ed un occhio rivolto alla storica Musik Produktion Schwarzwald della vicina Foresta Nera, qui i Jazzanova dimostrano di trovarsi in perfetta sintonia anche con l'acidjazz più classico. Con gli Incognito, ad esempio (Get into my groove). O anche con gli UFO (Friends...we'll be) ed i Marshmellows (Soulpower). Anche se il miglior stile di questo team berlinese appare sul versante più moderno, spesso brasilianeggiante: Men from the Nile (Watch them come), Truby Trio (Carajillo), Karma (High priestess), Soul Bossa Trio (Words of love). Discorso che prosegue nel secondo cd, dove le rivisitazioni di sognanti di Visit Venus (Planet of breaks), Ursula Rucker (Circe), Soul Quality Quartet (Toda trasfereira) e Koop (Absolute space) si fanno preferire alla jazzydance di Ski (Fifths), Tate's place (Burnin') e Ian Pooley (What's your number).
Lo standard (classe, originalità....) è alto, come accade sempre anche per tutti i colleghi bavaresi prima citati. Rimane una sensazione, impressaci dal loro EP dello scorso anno: che i Jazzanova siano ancora migliori come compositori.
Voto
7