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  18/04/2024 - 20:28

 

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Electro
Festeggia la nascita del CIMM
La Biennale di Venezia lancia il Centro di Informatica Musicale e Multimediale e con l’evento Electro - Elettronica: visioni e musica e mette in scena l’universo elettronico
Al Centro civico della Bissuola di Mestre dal 23 settembre al 10 novembre 2019

 




                     di Giovanni Ballerini


Meeting internazionale di informatica musicale e multimediale
Electro - Elettronica: visioni e musica
Back to Europe, Biennale Musica 2019
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Il segno dei tempi continua a intrigare l’osservazione artistica del contemporaneo. Ne è prova il Centro di Informatica Musicale e Multimediale della Biennale di Venezia, una nuova infrastruttura nata nel 2019 come ponte lanciato fra la nuova musica, l’elettronica e il suo rapporto con l'oggi. Messo a punto dalla Biennale sotto la supervisione di Ivan Fedele, Direttore del settore Musica, il CIMM è nato per promuovere le diverse culture della musica elettronica e propone attività permanenti di ricerca e sperimentazione, di pratica e laboratorio. il CIMM è strutturato in due sedi: una a Venezia, con due studi alle Sale d’Armi dell’Arsenale dedicati ad attività di ricerca artistica e progetti stabili al servizio di mostre, festival e iniziative della Biennale; la seconda a Mestre, nel Centro civico e Teatro della Bissuola (in fase di riqualificazione da parte del Comune di Venezia) con uno studio di prova e uno studio di registrazione dedicati a musicisti e giovani del territorio. Proprio al Centro civico della Bissuola di Mestre, dal 23 settembre al 10 novembre 2019 dalle 10 alle 19 si tiene con ingresso gratuito l’esposizione Electro – Elettronica: visioni e musica. 600 mq di esposizione e un calendario di appuntamenti con dj-set, incontri, presentazioni e letture aperte al pubblico che si svolgeranno nei week end per tutta la durata dell’esposizione. Organizzata dalla La Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta, in collaborazione con la Philarmonie de Paris, Electro racconta e mette in scena la musica elettronica con i suoni e le immagini con essa generate e si interroga sul suo futuro. “Electro è un contributo alla vita del Centro civico della Bissuola - afferma Paolo Baratta - e si presenta come un’appropriata forma di decentramento di attività della Biennale, auspicato dalla città e dai suoi rappresentanti, attraverso un intervento di alta qualità per realizzare nuove occasioni di vita civile e urbana, integrando le attività Educational e di College concepite per il CIMM, il Centro di informatica musicale e multimediale avviato quest’anno dalla Biennale”. Nella concezione del curatore Jean-Yves Leloup Electro si presenta come un’esposizione esperienziale che ha coinvolto creativi di varie discipline – Jean-Michel Jarre, Laurent Garnier, Soundwalk Collective, Moritz Simon Geist, Bruno Peinado, 1024 architecture, Jacob Khrist, fra gli altri - chiedendo loro un contributo attivo per raccontare l’immaginario, i luoghi, i miti, le innovazioni, le relazioni con le altre arti della musica elettronica dance. Spazio quindi alla musica delle macchine che ha preso vita nei primi rave dell’Inghilterra, dalla musica new beat del Belgio e contemporaneamente dai club underground di Detroit e Chicago per poi imporsi nell’arco di un trentennio come tendenza artistica fino a raggiungere il mainstream dell’era digitale, dimostrando una vitalità senza pari che ha influenzato grafica, cinema, video, fumetti, danza, arti plastiche. Tutto ciò è indagato da Electro, un’esposizione da vivere. Fari emozionali puntati su Core, un viaggio visivo e sensoriale che trasforma la musica in volumi di luce dinamica, incarnando, in una forma spaziale vibrante e oscillatoria, immersa nella colonna sonora di Laurent Garnier, – undici tracce audio che vanno dalla musica dance della New York anni '70 fino alla techno avveniristica del nuovo millennio. Con Electro vanno in mostra in strumenti iconici e dispositivi sperimentali, installazioni musicali e visive anche interattive, opere d’arte contemporanea, proiezioni fotografiche (diaporama). Fra queste le sculture dinamiche e le installazioni immersive di Pier Schneider e François Wunschel orchestrano nello spazio partiture di suoni e di luce che interagiscono controllate da un codice computerizzato, come nei due progetti presentati in mostra. Walking Cube è un cubo che si attiva gradualmente, crea il proprio ritmo e inizia a ballare. L’ambiente si appropria della veste visiva di 1024 architecture, sigla con cui hanno collaborato con musicisti come Étienne de Créy (alias Superdiscount), Vitalic, Matteo Franceschini e artisti come Daniel Buren, che mette in luce una concezione architettonica dello spazio in cui programmazione computazionale e musica elettronica si fondono. Dancefloor panorama 1987-2017 è invece un giro intorno al mondo nei club più famosi del pianeta di ieri e di oggi che restituisce atmosfere, persone, ambienti, mode e tendenze. Una testimonianza per immagini, fatta rigorosamente dall’interno da fotografi e artisti essi parte delle tribù di clubber e raver che hanno attraversato la pista da ballo. Dalla Manchester del Fac 51 Haçienda e del Boardwalk rivelata da Peter J. Walsh alla Parigi del Queen visto dall’obiettivo di Agnès Dahan fino alla scena di Goa, Arambol, e Anjuna testimoniata da Luc Pliot e ai rituali rave di Montréal con l’occhio di Caroline Hayeur; dal gruppo dei Club Kids di New York di Alexis Dibiasio alla LoveParade Family di Berlino ritratta da Alfred Steffen, dai Plastic Dreams - come li chiama Olivier Degorce - della scena club e rave parigina alla serie dei techonomadi di Wilfrid Estève. Un focus particolare su luoghi, club, festival, edifici occupati e luoghi abbandonati che hanno fatto di Parigi la nuova capitale della scena elettronica è oggetto della serie Divination, autore il fotografo Jacob Khrist, testimonianza diretta di un animatore - al pari dei dj, degli organizzatori e dei ballerini - di questa scena. Prologo al 63. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale (Venezia, 27 sett. > 6 ott.) diretto da Ivan Fedele, Electro ripropone alcuni momenti della stessa esposizione presentata fino all’agosto di quest’anno alla Cité de la Musique a Parigi.

Voto 8 

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