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  20/04/2024 - 09:11

 

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Scanner - musica
 


Eva
Duramadre
Il fascino di una voce moderna fuori dal coro
Halidon 2012

 




                     di Giovanni Ballerini


"Nella vita le dai e le prendi, poco alla volta impari le regole, diventi un po’ più dura, più consapevole... immagino che alla fine lo scopo del gioco sia questo. La crescita, la conoscenza del proprio io avviene quindi grazie al confronto, la comprensione di noi stessi diviene un viaggio interiore, un’esperienza evolutiva come la scoperta di un territorio inesplorato del quale tracciare i confini".
Bentornata Eva Poles, la cantante, compositrice, autrice e dj, che abbiamo imparato ad apprezzare  con i Rezophonic e soprattutto con i Prozac+ torna protagonista da sola. E il debutto è di quelli davvero azzeccati. Eva, che forse non ha la classica voce da brividi soul, ma possiede una vocalità moderna, assolutamente riconoscibile e intrigante, con il suo primo disco da solista, DuraMadre, pubblicato il 24 aprile 2012 e distribuito dalla Halidon, è tornata a dire la sua sulla scena electro rock post wave.
L’album prodotto dall’ex Deasonika Max Zanotti suona davvero bene, come la voce di Eva che sottolinea con grande verve brani evocativi di un pop rock intenso e si esalta nelle sonorità dark e soft punk. Per niente scontata e ricca di glamour anche nel video che ha dedicato al primo singolo dell’album Cadono nuvole, Eva ha prestato la sua espressività  e il suo fascino anche ai videoclip di altri artisti: Diego Mancino con A parte te per la regia di Andrea Basile, nei tre video di Rezophonic "L'uomo di plastica", "Spasimo" e "Regina Veleno" e recentemente nel video dei Litfiba, "La mia valigia" del cd Grande Nazione.
Lasciati da parte gli stilemi volutamente stereotipati dell’esperienza Prozac+, la storyteller di Pordenone, classe 1971, è ancora più convincente e affascinante. Merito di arrangiamenti raffinati, a cui ha collaborato in prima persona, ma soprattutto di una personalità che nei variegati brani del cd (registrato e mixato al GreenRiver Studio di Cavaria) si impone con interessante attualità.
Varie le influenze che si nascondono fra le tracce di questo indovinato album che rivela e sottolinea le attitudini musicali di una ritrovata protagonista. Riff ipnotici, echi di swing che si specchiano in un coinvolgente sound post-new wave, un mood rockabilly che scandisce quando meno te l’aspetti le danze, per poi accarezzare spunti electro – rock, pop ed elettronici. Eva ha scritto i testi di questo suo nuovo esordio discografico, creando canzoni che parlano di sentimenti, ma anche di disincanto, risveglio, ribellione, brani ricchi di sfaccettature, da ascoltare e ballare vorticosamente.
“Mi piace osservare le persone e me stessa, raccontarle e attraverso loro raccontare tutti noi – sottolinea Eva -. Ogni brano è così un quadro, descrive lo spazio di un momento di un periodo, uno stato d’animo o la sua esplorazione, la rabbia, la delusione, il dolore, il sogno, l’energia, il fuoco, la passione...in una parola, la vita”.

Voto 8 

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