Questo disco probabilmente
rappresenta per David Gray la consacrazione a livello internazionale,
anche se forse non rappresenta il suo miglior lavoro in carriera.
Viene dopo quattro anni da quello che forse è il suo migliore album, ovvero “White
ladder”, riconosciuto prima dalla critica e poi dal pubblico (fra l’altro
vincitore di un grammy), In Inghilterra, Irlanda ed anche in terra statunitense,
dove Gray poteva contare sull’appoggio del suo amico Dave Matthews. La musica di David Gray ha un tocco di
originalità, come un marchio di fabbrica, cosa molto difficile, musicalmente
parlando, da ottenere oggi; potremmo definirlo pop, intimista e talvolta
malinconico, intenso ed espressivo, basato soprattutto sulla chitarra acustica
e sul pianoforte, con pochi strumenti che riescono a creare un bel piano
musicale, con arrangiamenti semplici e batteria leggera. Anche la voce è molto
particolare, un po’ nasale, molto ben riconoscibile. Il disco si mantiene tutto
indubbiamente su un buon livello qualitativo, e forse una piccola delusione è
dovuta solo al paragone naturale con il suo predecessore; sicuramente sopra la
media la canzone scelta per il singolo ed il video “The other side”, la
romantica “Caroline”, la canzone di apertura “Dead in the water” e la mia preferita “Real love”. Un artista
che sicuramente è in grado di colpire al cuore, e di trasportarci nel suo mondo
musicale; da ammirare per essere riuscito ad arrivare con i suoi mezzi e la sua
musica, senza compromessi con le classifiche di vendita. Non mancate lunedì 10
Marzo 2003 al teatro Saschall di Firenze e l’11 a Milano (ALCATRAZ), per seguire dal vivo il grande David.
Voto
8