Milanese, classe 1953, di professione compositore e pianista, un passato profondo da session man per il primo Battiato, un esordio sperimentale con l’album Sonanze nel lontano 1975, cui sono seguiti altri dieci dischi, di cui la metà nel terzo millennio, sempre sul filo sottile che divide sperimentazione da classicità: potrebbe essere questa una sintetica carta d’identità artistica per Roberto Cacciapaglia. La sua ultima fatica s’intitola Ten directions. Il lancio
del pensiero e viene pubblicata ad un anno e rotti di distanza dal precedente Canone degli spazi a conferma che dell’impellente
ispirazione dell’artista milanese. Le dieci direzioni del titolo si riferiscono
a quelle indicate nella cosmogonia orientale, che rappresentano le direzioni con cui il suono si propaga nell’aria; in base alla tradizione corrispondono anche ai tre tempi (presente, passato e futuro) e, secondo Cacciapaglia, sono rivolte tanto verso l’esterno quanto verso l’interiorità d’una persona. Così, considerando anche il sottotitolo, il suono/pensiero parte dalla mente dell’autore per superare le barriere del tempo
e dello spazio ed arrivare alla mente dell’ascoltatore per generare emozioni. Ten directions presenta complessivamente dodici brani ed è stato inciso con l’apporto della Royal Philharmonic Orchestra sotto la direzione di Michele Fedrigotti.
L’album prende avvio con Wind Song e si conclude con l’ondivaga Estasi e abisso, in mezzo il gentil pubblico attraverserà un percorso che
sembra fatto apposta per perdersi negli stati d’animo fotografati dal compositore milanese, magie come Luminous night, Handel Hendrix House, Waterland, Danza in Re minore o Moscow river.
Musica classica che arriva direttamente al cuore: assolutamente da provare.
Roberto Cacciapaglia, Ten directions. Il lancio del pensiero [Glance/Sony Music 2010]
Voto
9
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