Dopo gli ottimi BIG HOUSE (1997) e TRAVELIN' KIND (1998), incisi per la major
MCA, la band di Bakersfield, California giunge al suo terzo lavoro. Per questo disco
si sono affidati ad una etichetta indipendente, la Dead Reckoning, ed inoltre ci sono stati dei cambiamenti anche all'interno del gruppo che li hanno riportati, come dichiara il leader della band, al Big House Sound degli esordi.
La line up dei Big House, a tutt'oggi, è composta da Monty Byrom: voce e chitarra, David Neuhauser: chitarre e tastiere Hammond e Wurlitzer, Steve Vines: basso e Benny Rappa: batteria.
Non e' facile classificare in un genere ben preciso un disco di questo tipo, ci sono brani molto diversi fra loro, ballate acustiche , blues ed alcuni brani che ricordano (con le dovute proporzioni) il gruppo dei Phish, strumenti elettrici e acustici dosati con abilità e sensibilità e tre brani che da soli valgono l'acquisto del disco.
Buck These Haggard Blues, bel blues caratterizzato dal piano Wurlitzer e chitarre a fare da contrappunto, Praying To Live, di matrice rhythm'n'blues, dove, oltre ad una valida sezione ritmica, abbiamo Hammond e chitarre sempre in bella evidenza e, infine, la title track Woodstock Nation, grande ballata semiacustica che evoca atmosfere molto anni '70.
Tutto ciò, contribuisce a rendere il disco musicalmente fluido con il pregio di non annoiare l'ascoltatore e di poterlo quindi assaporare per lungo tempo.
Voto
7