Gianmaria Testa, autore cuneese classe '58, si presenta così come vi vede, com'è: niente fronzoli o scenografie, capelli sale e pepe arruffati e ricci, occhiali, baffi, tutto in nero, soprappeso, chitarra in mano, sgabello di tre quarti.

Quasi parla le canzoni con la sua voce roca ed illumina la platea con la presentazione delle canzoni, ora curiosità, ora aneddoti di vita vissuta da ferroviere, adesso critiche velatamente politiche, o ancora poesie, bellissima la citazione da "Il Valore" di Erri de Luca.

Gianmaria ha tenuto più di 800 concerti in Europa e Canada ed i primi tre album sono stati prodotti in Francia dove è stato individuato come uno degli artisti italiani di talento.

Ha cinque album al suo attivo, dall'esordio con Montgolfières (1995), Extra-Muros (1996), Lampo (1999), Il Valzer di un giorno (2000), fino all'ultimo, uscito nell'ottobre 2003, Altre Latitudini.

Chi insistentemente da anni cerca l'emulo di Paolo Conte è stato deluso. Testa è più un mix di sonorità alla De Gregori con il paroliere di Fossati, con qualche strizzata d'occhio a Buscaglione.

Tango, bossanova, habanera e jazz sono magistralmente fusi dalle armonie di Enzo Pietropaoli al contrabbasso, e di Piero Ponzo al sax e clarinetto, che lo accompagnano sul palco, prima della sorpresa finale nei bis con l'arrivo di Riccardo Tesi con fisarmonica annessa.

Trionfale esibizione davanti ad un pubblico estasiato che non riusciva a fermare il battimano e "costringeva" di buon grado il cantautore piemontese a tornare e regalare ancora perle di note e di saggezza popolare: dieci e lode, da brividi in bianco e nero.