E' scomparso il 27 aprile 2007 Mstislav
Rostropovich. Il leggendario violoncellista e
direttore d'orchestra si è spento a 80 anni in ospedale a Mosca, dopo una lunga
malattia. Nato il 27 marzo del 1927 a Baku, in Azerbaigian, nel 1974 lasciò l'Unione
Sovietica a Parigi con la moglie, la cantante Galina Vishnevksaya. Prima di questo esilio
volontario, Rostropovich
difese pubblicamente il dissidente e premio Nobel per la Letteratura Alexander Solzhenitsyn, a cui
il regime sovietico aveva tolto la cittadinanza russa nel 1978.
In realtà, dalla
seconda metà degli anni Sessanta, il grande
violoncellista fu molto attivo in patria nel difendere la libertà di
espressione artistica. L’impegno proseguì anche dopo l’esilio e culminò l'11
novembre 1989, con il concerto che improvvisò con il suo violoncello, suonando Bach sotto il Muro di Berlino che veniva
abbattuto. Un’intensa felicità per il musicista che festeggiò in quel modo la
fine del regime sovietico e della guerra fredda.
"La mia vita è
cambiata del tutto già il giorno dopo la caduta del muro di Berlino –Tenne a sottolineare Rostropovic -. Il muro ha diviso la mia vita in due e ha lacerato il mio cuore - ha
affermato - io ho sempre suonato nella parte orientale di Berlino, quella
sovietica. Ma nel 1974 sono stato cacciato dalla mia patria e da allora ho
potuto suonare solo nella parte ovest, senza più poter
tornare di là. Al crollo del muro, però, la mia vita si è riunita".
La
scomparsa di Mstislav Rostropovich
ha profondamente colpito il Maggio
Musicale Fiorentino, al
quale il maestro era profondamente legato. Era infatti
il giugno del 1951 quando il ventitreenne violoncellista arrivava a Firenze,
insieme ad un manipolo di artisti “Premi Stalin” dell’Unione Sovietica – fra
cui Gilels, Oistrackh e la Ulanova -, per i suoi primi concerti in Italia alla Sala Bianca di Palazzo Pitti e al
Teatro Comunale, accompagnati da curiosità e polemiche, in piena guerra fredda.
Dalla fine degli anni Sessanta era stato poi ospite regolarmente del Festival e
delle Stagioni. In particolare, nel Maggio del 1980 aveva eseguito l’integrale
delle Suites di Bach e
diretto “Evghenij Onegin”
con la regia di Pier Luigi Samaritani, fra i protagonisti la
moglie Galina Vishnevskaja, ed una
concerto incentrato su Cajkovskij e Prokof’ev; nell’83 era stato solista del Concerto di Penderecki, con l’autore sul podio; nel febbraio ’86 aveva
interpretato le Variazioni Rococò di Cajkovskij con
l’English Chamber
Orchestra, e nel ’94 il Concerto di Dvorak con l’Orchestra di Bratislava
diretta da Kakhidze.
A cinquant’anni esatti da quel lontano debutto
italiano, nel maggio 2001, il grande “Slava” era tornato a Firenze, questa
volta in veste di direttore d’orchestra al Teatro Verdi, con le due Quinte
Sinfonie di Cajkovskij e di Sostakovic,
in una serata resa indimenticabile anche dalla sorpresa di un inaspettato bis bachiano al violoncello; e nel 2005 aveva voluto suonare
gratuitamente Dvorak a Bombay, con l’Orchestra del Maggio e l’amico Zubin Mehta sul podio, in due
commoventi concerti dedicati alla Fondazione intitolata a Mehli
Mehta per sostenere gli studi musicali di giovani indiani di talento. Il 70°
Maggio Musicale Fiorentino e Riccardo Muti dedicano
al maestro sabato 28 aprile la “prima” di “Orfeo ed Euridice” di Gluck; Il Maestro Muti personalmente lo ricorderà al
pubblico dal podio, prima dell’inizio.
Il Sovrintendente del Teatro del Maggio Francesco Giambrone,
addolorato, ricorda l’ultimo incontro avvenuto a Firenze nel 2006, per il
conferimento della cittadinanza onoraria in Palazzo Vecchio:
“in quella occasione il Maestro accolse con entusiasmo
l’invito a ritornare ad esibirsi a Firenze, e diede il suo plauso all’idea di
accogliere nella rassegna Maggio Off uno dei giovani che avevano seguito la sua
masterclass, Stjepan Hauser, che suonerà il 7 giugno 2007 all’Auditorium al
Duomo; questo particolare aggiunge un elemento di grande tristezza per la
perdita di uno dei più grandi artisti dei nostri tempi”; il Direttore Artistico
Paolo Arcà rammenta la straordinaria collaborazione
instaurata quando Rostropovich debuttò come direttore
d’opera al Teatro alla Scala nel ’98, con “Mazeppa”
di Cajkovskij e la regia del conterraneo Dodin.
Voto
9