Registrato presso i Red House Recordings Studios (i medesimi utilizzati dai Linea77 per il loro ultimo Numb) "One day…a May day" è il biglietto da visita con cui i JustINeDusk si presentano al grande pubblico. La Vacation House non si è fatta sfuggire l'occasione di metter sotto contratto la promettente band toscana autrice di un piccolo gioiello "Screamo" finemente scritto, arrangiato e prodotto.
"One day…" è un album che non chiede null'altro che esser divorato ascolto dopo ascolto, magari in una giornata uggiosa di metà Novembre, quando la pioggia non è così fitta, ma il cielo è comunque ombroso e lo stereo è li' che ci guarda più bisognoso di noi di riscaldarsi un pò.
Pronti ad accontentarlo ci avviciniamo a quella pila di cd che hanno uno spazietto speciale nel cuore e sulla mensola, vera musica per l'anima…
Ed è lì che dovrebbe stare l'opera prima dei JustINeDusk, tra i polverosi "Ten" dei Pearl Jam, "Aenima" dei Tool e i troppo giovani per esserlo già "Mer de nom" degli A Perfect Circle e "Welcome"dei Taproot .
Nelle sedici tracce i Nostri mettono a nudo un'anima delicata e sofferente che non s'impressiona affatto nel mostrarsi fragile, anzi, ha la verve necessaria per gridarcelo in faccia il proprio dolore; brani come "May", "Acredine" e "La tua resa"ci spronano a scendere in strada-pioggia o non pioggia permettendo- e a sputarlo fuori questo disagio.
Il combo toscano si muove abilmente tra sonorità fulgide, calde, quasi post-rock e analogicamente avvolgenti (One Dimensional Man e Marlene Kuntz su tutti) ed asperità, rabbia e violenza sonica in pieno Mudvayne style di cui tracce come "1d2" o "[d]Essence" sono il reale specchio.
Specchio di un malessere cronico che in termini di paragoni filmici potrebbe ipoteticamente essere debitore tanto a Muccino per il suo carattere corale/borghese quanto a Cronemberg e Linch per quello visionario e allucinato.Sottrarsi sarebbe un delitto, come continuare a nascondersi dietro ad un dito, lasciatevi invece ammaliare da "Blessed and Proud" e dilaniare da "Drop Knee", ne uscirete più consapevoli per il solo fatto di aver guardato in voi stessi.
La coraggiosa scelta della band di voler conservare a tutti i costi la dimensione intimistico/emozionale talvolta va a discapito di una certa fluidità in fase di scrittura e di un suono poco tagliente (con il quale i brani avrebbero guadagnato in cattiveria, impatto e immediatezza -leggi Static-X sound-), ma entrambi i fattori non intaccano la solidità di "One Day…" né gli impediscono di superare le costrittive barriere temporali e sottrarsi ad improbabili etichettature di sorta, croce e delizia delle nu-metal band dell'intero globo da circa tre anni a questa parte.
Sono miriadi, infatti, le band che hanno trovato uno straccio di contratto senza un filo di talento e altrettante quelle che son rimaste a bocca asciutta, ingannate da un sistema mediatico -pseudo giornalisti e affini- fin troppo vorace e frettoloso, capace "solo"di far diventare star un manipolo di idioti in un batter d'occhio e di scaricare gruppi e responsabilità con la medesima rapidità (i riformatisi Prong ne sono loro malgrado un valido esempio), ho sempre più l'impressione che i 15 minuti di gloria di cui parlava Andy Warhol nei '60 oggi siano diventati 15 secondi.
Voto
8