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Back to Europe
Direttore Ivan Fedele
La Biennale di Venezia 63. Festival Internazionale di Musica Contemporanea
Dal 27 settembre al 6 ottobre 2019 a Venezia. Continua l’attività del CIMM nelle due sedi di Venezia e Mestre con masterclass sulle nuove frontiere e i linguaggi della musica elettronica e il bando internazionale rivolto a compositori under 31. In corso fino al 10 novembre l’esposizione Electro – Elettronica: visioni e musica con incontri sulla cultura dancefloor e dj

 




                     di Giovanni Ballerini


Meeting internazionale di informatica musicale e multimediale
Electro - Elettronica: visioni e musica
Back to Europe, Biennale Musica 2019
Biennale College Musica
La Biennale Arte di Venezia 58
La Biennale Cinema 76


E’ stata premiata la scelta di chiamare Back to Europe l'edizione 63 del Festival Internazionale di Musica Contemporanea diretto da Ivan Fedele visto che il pubblico è aumentato del 14% rispetto al 2018. “Dopo i temi trattati nelle due edizioni precedenti, che riguardavano le relazioni tra musiche e culture del Continente asiatico (2017) e di quello americano (2018) con le esperienze europee di punta, il 63. Festival si occupa di alcune delle realtà più interessanti del Vecchio Continente, che resta un punto di riferimento della musica e, in generale, della cultura del nostro tempo - ha sottolineto Ivan Fedele -. Un continente che non ha cessato di porsi domande cruciali riguardo all’arte e alla sua relazione con il proprio presente e che, ancora oggi, è protagonista di molteplici spinte propulsive che investono gli ambienti artistici di tutto il mondo”. Il festival organizzato dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta che quest’anno si è tenuta dal 27 settembre al 6 ottobre a Venezia, proponendo 16 appuntamenti. Nei dieci giorni dell’edizione 2019 del Festival Internazionale di Musica Contemporanea sono state presentate 33 prime esecuzioni, di cui 19 in prima assoluta - 12 commissionate dalla Biennale - e 14 in prima italiana. Fra i tanti eventi ricordiamo quello che nella giornata inaugurale, venerdì 27 settembre 2019, ha visto protagonista George Benjamin. Il compositore britannico più celebrato dal mondo della musica internazionale ha incontrato il pubblico nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale, per poi presentare in serata al Teatro Goldoni, dopo la cerimonia di premiazione, Written on Skin, il suo primo lavoro operistico di ampio respiro. L’opera di Benjamin è stata eseguita in forma di concerto dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai diretta dal trentasettenne tedesco Clemens Schuldt, dal 2016 direttore principale dell’Orchestra da Camera di Monaco di Baviera. Il Leone d’oro alla carriera di questa edizione del Festival è stato assegnato a Georges Benjamin, il Leone d’argento a Matteo Franceschini che ha presentato Songbook, tra rock, classica e live electronics. Fra gli altri eventi di rilievo ricordiamo poi la presentazione di Thinking Things, l’ultima opera del compositore franco-greco Georges Aperghis, scritta con humour e fantasia per quattro interpreti, estensioni robotiche, video, luci ed elettronica, presentata in prima italiana a Venezia. E Nomaden, opera del compositore olandese residente ad Amsterdam Joël Bons (premiata con il Grawemeyer Music Award 2019, il Nobel della musica) e composta per il grande violoncellista Jean-Guihen Queyras e l’Atlas Ensemble, che raccoglie 18 musicisti da Cina, Giappone, Medio Oriente, Asia Centrale ed Europa. Fra le commissioni sono state molto apprezzate Come foglia opaca di Filippo Perocco (“un lied postmoderno” per “il manifesto”) e Rappresentazione di anima e di corpo di Claudio Ambrosini. Sul versante del teatro musicale, un progetto coltivato dal 2013 con Biennale College, che promuove giovani talenti per la messa a punto delle loro creazioni a fianco di grandi maestri, sono stati invece presentati quattro brevi atti unici: Tredici secondi o Un bipede implume ma con unghie piatte del compositore Marco Benetti e il librettista Fabrizio Funari; Ab Ovo delle israeliane Talya Eliav e Liron Barchat; La meccanica del colore dei portoghesi Nuno Costa, compositore, e Madalena dos Santos; Trashmedy del compositore Alessandro De Rosa e della librettista Mimosa. Hanno poi nobilitato questa Back to Europe molti i solisti importanti, come l’arpista Emanuela Battigelli, il soprano Françoise Kubler, il clarinettista Armand Angster, il violoncellista argentino Fernando Caida Greco e il cornista di bassetto e clarinettista Michele Marelli. Come ogni anno, molti dei concerti verranno trasmessi nei prossimi mesi su Rai Radio 3, mentre sul sito della Biennale si possono vedere i momenti salienti, le premiazioni, gli incontri del Festival. Continua l’attività del CIMM - il nuovo Centro di Informatica Musicale e Multimediale della Biennale di Venezia – nelle due sedi di Venezia e Mestre. Per quanto riguarda la sede dell’Arsenale di Venezia, dall’11 al 16 novembre si svolgerà un ciclo di 6 masterclass teorico-pratiche sulle nuove frontiere e i linguaggi della musica elettronica con ricercatori, compositori e artisti provenienti da alcuni degli studi di informatica musicale e multimediale più all’avanguardia nel mondo. Il 12 ottobre scade il bando internazionale per partecipare alle selezioni rivolto a compositori under 31.
Nella sede di Mestre–Bissuola, oltre alle sessioni di workshop per dj e producer, è in corso fino al 10 novembre l’esposizione Electro – Elettronica: visioni e musica, che prevede ogni week end incontri sulla cultura dancefloor e dj-set. Il 12 ottobre il giornalista e dj Fabio de Luca, Guglielmo Bottin insieme allo studioso Sergio Messina affronteranno la dance, la musica creata espressamente per ballare in un incontro intitolato From Motion comes the Notion: storia orale della musica dance. A seguire il dj-set con lo stesso De Luca; il 19 ottobre sarà la volta di Lele Sacchi e il 27 ottobre di Leo Mas. E ancora, un dj set collettivo il 31 ottobre con i giovani che hanno completato le due sessioni del workshop di base per dj (seguiti dai tutor Bottin, Spiller e Mammarella).

Voto 8 

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