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Un dialogo vivo con il pubblico
Sunto dell'intervento del presidente della Fondazione Toscana Spettacolo
Speciale convegno Musiche in scena per un nuovo teatro musicale
Al Teatro Studio di Scandicci, sabato 29 marzo 2003

 




                     di Simonetta Pecini


Bilancio di Musiche in Scena
Programma del convegno per un nuovo teatro musicale
Arti sceniche: lo special di Scanner
Musiche in scena: un primo bilancio in tempo reale
Stefano De Martin: un confronto multidisciplinare
Massimo Marino: la musica, un cardine di rottura dei confini disciplinari
Giancarlo Cauteruccio: Musica delle mie brame
Fulvio Cauteruccio: come è nato Roccu u stortu
Renata Molinari: appunti per azioni in musica
Giordano Montecchi: oltre l'opera
Simonetta Pecini: riflettere per dialogare
Massimo Luconi: riflessioni sul teatro musicale
I percorsi di contaminazione tra rock e scena in Italia
Il ritorno del musical
Teatro Studio di Scandicci: Stagione teatrale 2002/03
Ico No Clast
Roccu u Stortu
La Tempesta
Koreja e Raiz: Brecht's Dance la danza del ribelle
Gogmagog: L'alba e la notte. Partitura
Kinkaleri: Tono
Kinkaleri: Otto
Teatrino Clandestino: Iliade


La Fondazione Toscana Spettacolo ha deciso di partecipare al convegno "Musiche in scena" (che si è tenuto sabato 29 marzo 2003 al Teatro Studio di Scandicci) perché ci sembra fondamentale il dialogo fra istituzioni culturali. Soprattutto in una situazione che pone nuovi interrogativi e nuovi scenari è necessario aprire un dialogo fra la produzione, la distribuzione e il sistema dei teatri. I nodi di fondo sono la rimotivazione sociale del teatro e la conquista di un pubblico.

Investire sulla cultura è sempre più difficile. Lo sanno bene i Comuni in cui l'investimento culturale viene spesso messo in alternativa ad altri servizi che vengono svolti più tradizionalmente dai comuni. Lo sa la Regione, che pure mantiene un livello di intervento in Toscana abbastanza alto, anche nel settore del teatro. Lo sa lo stesso ministero, con cui da 2 anni siamo in continuo contatto per difendere i nostri settori: il problema non è avere maggiori fondi a disposizione, ma almeno mantenere le risorse che c'erano. C'è poi da fare i conti con le nuove competenze istituzionali sul teatro. Siamo in una situazione di passaggio: mentre prima il teatro era totalmente nelle mani del ministero, la riforma porta ad avere ad avere una competenza condivisa. Con tutti i problemi che ne conseguono. E un assetto nuovo da trovare. Ci sarà una legge quadro nazionale da cui poi però partiranno le varie leggi regionali. Iniziare a confrontarsi all'interno della propria regione è quindi fondamentale. E allora sono davvero importanti giornate come questa in cui si attua il dialogo fra gli operatori, in cui si discute della qualità, della forma del teatro e delle sue contaminazioni, del fatto che le divisioni fra generi sono superate. A questi fenomeni non poteva insomma che prestare attenzione un istituzione come la Fondazione Toscana Spettacolo, che ha un circuito (che si è arricchito in questi anni): 40 teatri, in alcune province i teatri sono tutti o quasi di nostra gestione (quasi completamente a Massa Carrara, a Grosseto, forti presenza nell'area fiorentina, aretina e nel senese). In questa nostra presenza al convegno vogliamo sottolineare che bisogna guardare al teatro come qualcosa che non è statico, dove l'offerta è di tipo qualificata e si sa rinnovare e soprattutto dove il pubblico non viene considerato un soggetto passivo. Per questo non ci interessa riproporre il concetto vecchia maniera di formazione del pubblico e sostituire al quell'approccio didattico e didascalico un dialogo vivo. Occasioni di questo genere servono anche a questo. A riflettere su quella che è la funzione sociale del teatro, a partire dalla distruzioni di barriere che oggi onestamente non hanno più senso.

Voto 8 

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