Carlo Monni, L'amor è quel che conta, 2003
Carlo Monni, Monni all'inferno, 2005
Carlo Monni, intervista, 2007
Carlo Monni, Nottecampana, 2008
Carlo Monni, il ricordo di Scanner, 2013
Carlo Monni, Il ricordo di Titti Foti, 2013
Non poteva che essere lui, che da sempre ama verseggiare libero o in ottava rima,
che ama definire la sua Campi Champs sur le Bisenze,
che continua, a dispetto delle mode e delle convenzioni, ad avere un approccio
materico, attaccato alla sua terra, al teatro. Stiamo parlando di Carlo Monni, classe 1943,
segno zodiacale scorpione, fiorentino Doc, che in questa Nottecampana,
due serate dedicate a Dino Campana al Teatro di Rifredi (sabato 27 dicembre alle 21 e domenica 28 dicembre 2008 alle 16,30), prenderà
per mano il suo pubblico per introdurlo in un viaggio poetico-musicale fra
Campi Bisenzio e Marradi, dedicato al poeta di Marradi e a se stesso: il poeta
di Campi Bisenzio.
Un’imprevedibile occasione di poesia e musica
che si materializza in una kermesse teatrale dedicata ai grandi versi di Dino
Campana, il leggendario scrittore toscano nato nel 1885 proprio sulle pendici
dell'Appennino e scomparso a Castel Pulci, nei pressi
di Badia a Settimo, nel 1932.
Un omaggio all'urgenza della poesia
con protagonista l'attore Carlo
Monni, l’indimenticabile Vitellozzo
del film Non
ci resta che piangere (e tante volte a fianco del primo Benigni cinematografico,
teatrale (Cioni
Mario) e televisivo, come Televacca), che è un fine conoscitore
dei "Canti Orfici" e uno straordinario, quanto personalissimo,
interprete della poesia toscana.
Ad accompagnare questo grande e imprevedibile
mattatore, che iniziò la sua carriera al fianco di Roberto Benigni, ci sono tre
protagonisti della musica di ricerca e dei suoni contemporanei: Arlo Bigazzi al
basso elettrico e al basso a tinozza (ormai un raro strumento popolare che si
addice alle atmosfere campaniane), il compositore e
direttore d'orchestra Orio Odori al clarinetto (sottilmente stravinskjiano)
e il “presentatore” Giampiero Bigazzi alle tastiere e ai suoni elettronici.
Le poesie più forti, l’ambiente fiorentino
dell’epoca, l’amore per Sibilla Aleramo verranno esaltate da
questo fine dicitore fiorentino ante litteram e dai suoi tre compagni d’avventura
in un allestimento che si sviluppa sulle corde della leggerezza, sottilmente
minimale, giocato sui continui confronti fra la vita di Monni e quella di Campana.
Lo stesso Giampiero Bigazzi, nel presentare lo
spettacolo, ha affermato: "è come una veglia
post-moderna... i versi di Campana sono molto vivi e albergano da sempre
intorno ai nostri pensieri... ma è soprattutto un modo per ritrovarsi con quel
diamante grezzo della cultura della nostra terra che è Carlo Monni e rendere
omaggio all'eroica resistenza della poesia".
Voto
8