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Elisabetta Salvatori
La bimba che aspetta
Musiche di Matteo Ceramelli al violino e Davide Giromini fisarmonica
venerdì 16 aprile 2010 alle 21 al Teatro di Rifredi per Serate d'Attore - Serate d'Autore. Produzione Associazione Teatro di Buti - Favolanti

 




                     di Tommaso Chimenti


Si chiude nel segno della memoria commossa la stagione 2010 del Teatro di Rifredi con un’interprete di razza. A Viareggio dicono che all’interno del cimitero ci sono due “bimbe”, una di marmo e l’altra che riposa sotto terra. L’affabulatrice di Forte dei Marmi, Elisabetta Salvatori, ci fa rivivere delle storie piccole con la sua mano dolce, il suo sorriso soffice, la sua delicatezza. Non a casa la chiamano “la fatina”. E il dialetto, a metà strada tra le montagne, le Apuane, ed il Tirreno, regala quel quid di terreno, di materico, di carnale. Impegno civile e cuore pulsante. “La bimba che aspetta” è una storia popolare che ogni bambino sente in Versilia fin dall’infanzia, un po’ noir, un po’ misteriosa. Ci si affeziona alla bimba, si va a trovarla, si va a fotografare la statua, perfetta come una fotografia tridimensionale. Storie di lutti e speranze, storie di uomini dalle mani callose ma che sanno accarezzare un blocco e renderlo vero, vivo, animato. Storie di maestri che con lo scalpello scolpiscono “una rosa che ne puoi sentire anche il profumo”. La Salvatori, legata sentimentalmente per molti anni a Carlo Monni, è anche attrice-autrice (sempre accompagnata dal violino del Maestro Matteo Ceramelli) di “Viola”, su Dino Campana, “Bella di nulla”, sui racconti della propria nonna, “Scalpiccii sotto i platani”, sulla strage nazista di Sant’Anna di Stazzema, “Vi abbraccio tutti”, sulle storie tra la Garfagnana e la via Emilia, piece pubblicate sul volume “Mare, marmo, memoria” edito dalla Titivillus. Vestito bianco, sgabello. Dietro di lei il violino del compagno a sottolineare e qui, per l’occasione, anche la fisarmonica di Davide Giromini per rendere ancora più emozionante e commovente il racconto. Mai stucchevole. Portarsi i fazzoletti. Da ascoltare. Da vedere. Anche ad occhi chiusi. Info: 055.4220361; biglietti: 14, 12 euro; www.toscanateatro.it.

Voto 7 

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