Presentazione La gatta di pezza, regia di Franco Scaldati, 2008
Recensione La gatta di pezza, regia di Franco Scaldati, 2008
Scaldati ha un cognome teatrale. Questo da sempre. Sa di caldo, di sangue, di fluido che
passa dalla parola all’ascolto, dal palco giù fino all’ultimo velluto. Scalda,
e non poteva essere altrimenti. E divide, e appassiona, e taglia. Un uomo del
sud, uno scrittore del sud. Palermo, Italia. E si sente, si respira. Si mangiano le parole di Scaldati da quanto dense quasi solide, compresse,
concentrate. E non poteva mancare in un teatro, quello Studio che con la
direzione da sempre innovativa e spiazzante di Giancarlo Cauteruccio, è votato
negli interstizi della lingua. Anzi delle lingue che costellano l’Italia, con una predilezione, umana e solidale ma anche artistica e funzionale, con quelle del Meridione. E così “La gatta di pezza” prima nazionale a Scandicci di Franco Scaldati
(prima della prima il guru dei critici teatrali italiani Franco Quadri ha presentato
il volume omonimo edito dalla sua Ubulibri)
apre la nuova stagione all’insegna della “Sostenibilità delle arti”. Ma anche
delle “Parole di terra- Terra sulla lingua” - visioni di teatro contemporaneo,
dove cade degnamente Scaldati ed
i suoi scritti. Crudezza e lirismo e asprezza.
Lo
spettacolo, co-prodotto dal Teatro Garibaldi di Palermo e dalla Compagnia
Franco Scaldati-Teatro dei Quartieri, vede in scena al fianco dello stesso autore, gli attori Egle Mazzamuto, Serena Barone, Virginia Alba, Fabio Palma, Dario Enea, Massimiliano Carollo, Salvatore Pizzillo, Domenico Di Stefano e
Rosario Sammarco. La Regia è a quattro mani: di Franco Scaldati e Matteo Bavera, con scene e costumi di
Mela Dell’Erba.
Un basso palermitano nel dopoguerra. Intorno miseria e poca nobiltà. “Una famiglia sospesa fra la vita e la morte in cui si consumano gravi episodi di violenza e
crudeltà – spiega l’autore - al centro la figura di un padre-padrone e il suo rapporto con la figlia demente Aurora che porta sempre in braccio una gatta di pezza. Una camera degli orrori in equilibrio fra condanna e disincanto. Info: biglietti
13, 12 euro; www.scandiccicultura.it; 055.757348.
Voto
7