L’opera si addice alla Fura. Il suo immaginifico Wagner dà il via in bellezza al 72° Maggio Musicale Fiorentino. Questa volta è stata Firenze la culla dell’ultima giornata del Ring
wagneriano (nelle altre due la prima era avvenuto a
Valencia) e Il crepuscolo degli
Dei – Götterdämmerung debutta in prima mondiale mercoledì 29 aprile 2009 alle 18 al Teatro
Comunale di Firenze (diretta su Rai Radio3) e replica domenica 3 aprile alle 15,
il 6 e il 9 maggio 2009 alle 18. Cinque ore e mezza
circa è la durata del “Crepuscolo”, compresi i due intervalli che iniziano
rispettivamente alle 20.00 e alle 21.45, e durano il primo 35 minuti e il
secondo 30’.
L’opera che vede Zubin Mehta sul podio dell’Orchestra del Maggio, la regia di Carlus Padrissa, Franc
Aleu ai video, Roland Olbeter alle scene, Chu Uroz ai costumi, Peter van Praet alle luci e l’impianto drammaturgico di Cesare Mazzonis
viene poi ripresa a Valencia, visto che il
Palau de les Arts, Reina Sofía di Valencia ha
coprodotto il progetto furero. Fra gli interpreti del Götterdämmerung della
pluripremiata coppia Mehta - Fura dels Baus (Premio Abbiati
della critica musicale italiana per i precedenti Das Rheingold e Die Walküre) debutta al Maggio Musicale il
Siegfried di Lance Ryan al fianco dell'acclamata Brünnhilde di Jennifer
Wilson. Stefan Stoll è Gunther, Hans Peter König è Hagen, Franz-Joseph Kapellmann è Alberich, Bernadette
Flaitz è Gutrune, Catherine Wyn-Rogers è Waltraute, Daniela Denschlag è Die
erste Norn, Pilar Vázquez è Die zweite Norn, Eugenia Bethencourt è Die dritte Norn, Silvia
Vázquez è Woglinde, Ann-Katrin Naidu è Wellgunde, Marina Prudenskaya è Flosshilde, Nicolò Ayroldi
è Ein Mann, Fabio
Bertella è Ein anderer Mann.
Un entusiasta Mehta al suo secondo Anello del Nibelungo (il primo fu quello con
Ronconi e Pizzi risale nel 1979-81) è il perfetto alter ego di una Fura dels Baus scatenata e ispirata come non mai. La perfetta sintonia fra il maestro
indiano e il regista catalano regala al festival fiorentino un evento spettacolare
di grande effetto che rispecchia e attualizza la drammaturgia musicale
wagneriana e allo stesso tempo offre stupore ed emozioni all’immaginario degli
spettatori. Artisti rinchiusi in grandi sfere, catene di uomini sospese nel vuoto,
cantanti immersi nell'acqua, interpreti che cantano appesi a testa in giù:
l’impossibile è possibile per la Fura, che anche questa volta riesce a esaltare l’arte operistica
con la sua visione scenica.
E’ sicuramente merito del dirompente gruppo teatrale catalano se un
pubblico nuovo e in gran parte giovane è stato conquistato da Wagner. E’ quasi impossibile non lasciarsi sedurre dal linguaggio tecnologico
e fantascientifico furero, che investe l’opera di proiezioni video e computer grafica, che
riscopre la dinamicità delle macchine ed esalta la fisicità dei protagonisti
senza stravolgere la partitura. Il risultato è totalmente fedele all’originale e persino umile al cospetto delle ragioni della musica, come ha più
volte sottolineato Zubin Mehta, che governa dal podio questo straordinario viaggio
nel mito.
Proprio alla straordinaria visionarietà furera è dedicata la mostra fiorentina che si inaugura il 29 aprile alle 12 nello
spazio più antico della Galleria degli Uffizi, la Sala di San Pier Scheraggio che, accanto ai dipinti, ospita fino al 31
maggio 2009 filmati su maxischermi, bozzetti, figurini, studi preparatori del
progetto. C’è spazio per il gigante metallico dell’Oro del Reno, mentre
l’immenso drago meccanico è accucciato ai piedi dell’Annunciazione di
Botticelli.
Una sorta di beatificazione per quelli che sinora erano considerati gli
agitatori più dissacranti della scena teatrale mondiale, vengono
così celebrati in quello che è uno dei luoghi più sacri dell’arte. Ma torniamo al Ring, all’esterno del Teatro gli spettatori
troveranno non solo i cartelloni del Festival e di Maggio Off, ma anche le
immagini della campagna “Senza musica mai” contro i tagli ai fondi per lo
spettacolo e la cultura, con i musicisti privati dei propri strumenti. Il
Maggio prosegue a buon ritmo anche il 30 con l’inizio
dell’integrale di tutti i Concerti per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven, che il festival propone sull’onda del
successo riscontrato dall’integrale di Brahms in
autunno. Sul podio ancora super-Mehta, alla tastiera
un virtuoso del
calibro di Rudolph Buchbinder, capace di eseguirne
ben tre in ogni serata: giovedì 30 aprile si potranno ascoltare il Secondo, il
Quinto Concerto detto L’Imperatore e la Fantasia in do minore op.80;
lunedì 4 maggio il Primo, il Quarto e il Terzo Concerto.
E non è tutto: è davvero il pianoforte il grande protagonista
della prima parte del Festival, perché sabato 2 maggio vedrà il ritorno al
Comunale del cinese Lang Lang,
autentico fenomeno che, per il suo recital solistico reso possibile dalla
collaborazione con gli Amici
della Musica di Firenze, ha scelto un programma che spazia da Schubert a
Chopin, dal Debussy rarefatto e misterioso dei Préludes alla percussività etnica
di Bartok. E sarà poi la volta di Lonquich,
il 21 maggio.
Voto
9