Fura Dels Baus - Boris Godunov, 2009
Fura Dels Baus - presentazione Boris Godunov, 2009
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Fura Dels Baus - ON Naumon. Il viaggio, nel 2002 a Firenze, Capodanno 2003/2004 a Genova
Fura Dels Baus - a Firenze, 2002 - recensione
Fura Dels Baus - La Divina Commedia, 2002
Fura Dels Baus - Manes, 1998
"Il terrore è il
modo in cui, in alcuni casi, rispondiamo al terrore. Questo paradosso è la vera
essenza del "Boris Godunov" di Pushkin: un impostore sale al potere e
sa che certamente non sarà meglio di colui che vuole rovesciare".
La Fura dels Baus è una
compagnia in continua evoluzione, che, da quando è stata fondata nel 1979, si è
sempre impegnata in nuove sfide nel campo delle arti performative. Questa volta
prende d’assalto (e tiene in
ostaggio) un teatro preso per dare vita a un Boris Godunov assolutamente
contemporaneo. Quello messo in scena dalla Fura dels Baus in questa versione
aggiornata e frenetica del dramma di Alexander Pushkin vede un gruppo di
terroristi irrompere nel teatro tenendo il pubblico, gli attori e il personale
come ostaggi. La
compagnia catalana, si è ispirata alla presa del Teatro Dubrovka di Mosca
nel 2002 e ha sviluppato le sue dinamiche mettendo in risalto le esperienze
estreme la vitalità animalesca de starniante di un teatro autenticamente
catartico.
“Questo "Boris
Godunov" ha iniziato a prendere forma quando ho deciso di dare agli
spettatori l'opportunità di intravedere, in un modo alleggerito dalla finzione,
ciò che altri spettatori hanno dovuto subire in un altro teatro, a Mosca – spiega
Àlex Ollé -. Vorrei che questa
rappresentazione servisse a far in modo che episodi come quello del teatro
Dubrovka non accadano mai più.”
Il Boris Godunov furero
non pretende di essere una riflessione politica o sociologica sul fenomeno del
terrorismo. Il suo obiettivo è casomai immergere la platea in un'esperienza
estrema (cosa che alla compagnia riesce sempre benissimo), coinvolgendo il pubblico in un incubo che
evoca una delle principali paure dell'era contemporanea: il terrorismo.
Il risultato è un nuova forma spettacolare, una sorta di docu-drama
(documento - dramma teatrale - sceneggiato) in cui l’esplorazione furera
di un fatto storico si sviluppa mettendo in luce i lati più oscuri della
vicenda, come le motivazioni dei terroristi, le discussioni ufficiali tra i
governanti in carica per risolvere la crisi, la tensione tra gli ostaggi e i
terroristi, senza però venire meno alla sua natura e alla costruzione di uno
spettacolo capace di coinvolgere su più fronti gli spettatori e di provocare
tensioni e paure.
“Per comprendere i tempi moderni dobbiamo
comprendere le nostre paure. Siamo figli e allo stesso tempo schiavi delle
nostre paure. Il terrorismo non è più un’eco lontano proveniente da paesi in conflitto (Algeria, Egitto, Indonesia,
Cecenia…) ma è diventato una presenza anche all'interno della società del
benessere.
Abbiamo scoperto che il nostro
benessere si basa sulla sofferenza di milioni di persone, che hanno deciso di
usare la violenza contro di noi. Non
contro i nostri politici o le nostre istituzioni, ma contro ciascuno di noi.
Gli attacchi terroristici a New York, Londra e Madrid hanno dimostrato che
siamo tutti potenziali vittime”.
Insicurezza, timore, diffidenza hanno preso il controllo delle nostre
vite. E' così che viviamo in questo turbolento inizio del terzo millennio.
Quando l'11 settembre 2001 l'attacco
alle Torri Gemelle viene trasmesso in diretta tv, la nostra percezione
collettiva della catastrofe raggiunge 180 gradi. Si tratta di una tragedia
trasmessa in diretta, quasi trasformata in uno show, di fronte al quale è
impossibile non rimanere impietriti. Vediamo gli aerei che si schiantano
e immaginiamo come i passeggeri di quei voli abbiano vissuto quei momenti, come
abbiano telefonato i loro cari quando hanno capito che sarebbero morti. E
consideriamo più importante l'esperienza umana della catastrofe piuttosto che
le sue ripercussioni storiche o politiche.
Voto
7