Teatro Povero di Monticchiello 2007, Ahia, presentazione
Teatro Povero di Monticchiello 2007, Ahia, recensione
I monticchiellesi
in questa estate 2007 non sono caduti nella trappola
di mettere in scena una farsa cechoviana per fuggire
dalle polemiche del cosiddetto ecomostro nella
vallata. In questo “A(h)ia” (in scena a Monticchiello fino
al 12 agosto 2007, 12 euro) gli attori storici, con accento della zona (qui non
c’è bisogno di dizione né di corsi di teatro) sono imbrigliati in reti da pesca
d’altura e spuntano con le loro teste come dannati
degli Inferi a contorcersi per liberarsi dal cerchio, vero o presunto, che
qualcuno, non certamente loro, gli ha costruito, disegnato, vergato, tatuato
addosso, dentro, intorno.
Sono bloccati, come ibernati che
si risvegliano dopo un tempo immemore in una zona di guerra, una trincea di
fanghiglia culturale, il campo minato di “No man’s land”. Ed urlano “Siamo chiusi qui
dentro” in nuove placente dalle quali sperano di essere nuovamente partoriti,
nel paese, nella memoria, etichettati senza via di fuga o salvezza, mentre
parte prima un “Mamma son tanto felice” a cappella ed
a seguire “La vie en rose” con la tromba. E si sentono “un
piccolo atterrito popolo di valle un tempo sconosciuto
a tutti”.
Essersi aperti al mondo è stata
ricchezza che adesso chiede pegno e vuol chiudere il cerchio forse terminando
la sua esperienza ed andando a risollevare, con la medesima sorte, altre realtà
mignon prossime all’estinzione. Cosa
scegliere tra il deserto ed il formicaio, tra l’emigrazione dei propri giovani
o il ripopolamento a suon di speculazioni. “Sogno da una vita che questo
centro si ripopoli” trasogna l’anziano, mentre giornalisti ed intellettuali li
guardano come piccoli mostri sotto il vetrino del microscopio, non persone ma
oggetti da studiare e catalogare come “monoliti viventi”, mettere sotto
formalina, come gadget da asporto. E’ una benedizione
o una maledizione un habitat bloccato, hanno un senso
le specie protette da fotografare, da assemblare su cataloghi, da approfondire
senza frequentare. Perché chi viene a Monticchiello poi se ne torna anche via, ma alcuni restano, volenti
o nolenti.
Voto
7