Fanny & Alexander: presentazione O – Z West, 2011
Fanny & Alexander: Recensione Him, 2009
Fanny & Alexander: Recensione Dorothy. Sconcerto per Oz, 2007
Fanny & Alexander: Presentazione Dorothy. Sconcerto per Oz, 2007
Fanny & Alexander: ARDIS I (Les enfants maudits)
Fanny & Alexander: Alice vietato >18 anni
Fanny & Alexander: Ponti in core
Fanny & Alexander: Requiem
Francesca Mazza, premio UBU 2010 come miglior attrice protagonista, e coautrice dei testi insieme a Chiara Lagani, è l’interprete di OZ- West, lo spettacolo di Fanny & Alexander che va in scena l’11 e il 12 febbraio 2011 alle 21 al Teatro Studio Di Scandicci. La drammaturgia è di Chiara Lagani, la regia e lo spazio
scenico di Luigi De Angelis.
L’ultima produzione del gruppo ravennate coincide con l’ultimo punto cardinale,West-Ovest, del lungo progetto sul Mago di Oz
che ha impegnato gli artisti di Fanny & Alexander per tre anni con Dorothy, Sconcerto per Oz,
Him,
Kansas, There’s No Place Like Home, Emerald City, East, South e North. Questo è l’unico lavoro in cui la figura del mago non appare (è invisibile perché
in realtà è ovunque). Al centro della scena, con scarpette rosse e maglietta con l’immagine di Judy Garland, Dorothy/Francesca Mazza, che siede dietro ad un tavolo e osserva il pubblico. Una strana forma di incantesimo imprigiona la protagonista e gli spettatori, in un’opera
dominata da una colonna sonora impetuosa. Una trappola del linguaggio capace di sospendere a tratti la facoltà di esprimere un giudizio, la possibilità di compiere delle scelte, dire sì o no alle cose che saranno proposte.
Il lavoro, incentrato sulle tecniche della manipolazione sottile del linguaggio pubblicitario, intersecherà motivi mitici a
motivi legati alla contemporaneità, alla cronaca e ai grandi emblemi
dell’occidente.
Lo spettatore è un consumatore, oggetto di stimoli
continui, soggetto alle trame sottili di una persuasione occulta ai suoi danni
continuamente perpetrata, prigioniero e allo stesso tempo potenziale scardinatore della gabbia in cui è stato calato: scendere vigilmente nel pozzo profondo in cui precipita la truccatura della “strega”, le sofisticate tecniche della comunicazione massmediatica, vuol dire assumersi l’impresa della
risalita, e al contempo il rischio del non ritorno.
West è
una liturgia di parole, gesti, musiche, refrain officiata dall’attrice in una prova vibrante che ha riscosso un grandissimo successo. Il risultato è una parabola
contraddittoria, una metafora dell’immaginario contemporaneo e delle sue
derive, del potere che le immagini hanno su di noi. Sullo sfondo l‘Occidente e i suoi simboli, e il corpo martoriato eppure
incredibilmente “normale” della nostra società.
Voto
8