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  19/04/2024 - 21:42

 

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Alveare Verde
A Contemporanea 07
Officina Giovani pullula, ributta, esplode: Silvia Pasello, Teatro Sotterraneo, Cosmesi
Dal 30 maggio al 4 giugno – Officina Giovani – Cantiere Ex Macelli ALVEARE OFF percorsi performativi – linea verde

 




                     di Tommaso Chimenti


Contemporanea 07, presentazione V edizione
Contemporanea 07, il futuro e il presente
Alveare Off percorsi performativi – linea verde
Alveare Off percorsi performativi – linea rossa
Teatro delle Ariette, Theatre de Chambre, Dans ma maison
Fuori Formato


Comincia Contemporanea con il morso bulimico dell’Alveare Off. Officina Giovani pullula, ributta, esplode. C’è tensione positiva nell’aria, il parcheggio è pieno. Ti danno i cartoncini rettangolari: verde, giallo, rosso. L’ingresso è gratuito. Si aspetta davanti al banco. C’è uno con la giacca da domatore bianca. Undici spettacoli in tre ore. Roba da farsi venire gli occhi storti ed i piedi gonfi. Lottatori di sumo palleggiati da una stanza all’altra. Piastrelle alle pareti: lisce, scorrevoli. “Qui ci macellavano le bestie”, fanno alle mie spalle. Gente con il programma in mano che legge nomi impronunciabili e altisonanti. L’entrata nell’hangar ha qualcosa di parto, qualcosa di penetrazione, reietti sputati o gioiosa finalmente entrata gaudente. Si spengono le luci. Lo spettacolo è guardare le facce, i visi contorti, a cercare di capire, i volti liquefatti nelle pose meno comode. Mantenere decoro e bon ton, appoggiarsi con la schiena, ma con classe, spalmarsi appiccicato al vicino, ma con estrema eleganza.

Si parte. Chi c’è: Edoardo Donatini da bravo condottiero non manca, anche Andrea Mazzoni timbra il cartellino e fa presenza. Chi non c’è, la lista è lunga: Federico Tiezzi, Geraldina Cardillo, Paola Giugni. Alla prima all’Alveare Off sarebbe stato importante lo stesso spiegamento di risorse umane usate per la presentazione in conferenza stampa. Ma alle prime non ci sono né fotografi né microfoni. Quindici minuti per compagnia per dire tutto o per abbozzare soltanto un discorso, un’idea da riprendere. In itinere, in fieri, in divenire, work in progress: scegliete voi. Linea verde (fino al 4 giugno). Nella prima performance Silvia Pasello ci aveva avvertiti. Il pezzo si chiama “In assenza di evento”. Basta leggere l’opuscolo. Alle sue spalle una sua gigantografia ritratta qualche anno fa. Era bellissima. E’ ancora bellissima. La gemella è a fianco e non l’abbandona. Su una sedia come boxer tra un round e l’altro, muscolare e muscolosa. Dalle casse che friggono arrivano parole di un’intervista, passi strascicati sulla ghiaia. L’oggetto da mostrare è l’attrice stessa, la persona è il personaggio, il quadro è bidimensionale: “Quando è che comincia?”. Si passa ai “Menoventi”. Sulle mura piastrelle impiastricciate da rossetto e gel, la mano insanguinata dalla profezia biblica del “sei nata con violenza, semini violenza, con violenza morirai”. E’ un feto che urla la disperazione del non voler uscire, è la donna che vuole eliminare il dolore dall’addominale: in crescendo. I Teatro Sotterraneo sono una certezza del teatro svelato, del gioco ironico dei vuoti e pieni, del distorcere bisogni, i finali dei film, debolezze, la posa davanti ad uno scatto, della parola Fine forzata, compresa e vilipesa: gioielli da coltivare. Cosmesi invece mette in atto un suicidio. Un’Audi con un tubo di gomma dentro lo scappamento, la musica altissima, la donna in rosa che si dimena in posa classiche da istantanea, ad uso e consumo dei paparazzi voyeristi. In audio la donna che urla. Dal fumo, il bosco nebuloso di Alice nel paese delle meraviglie, nasce, reincarnato, un coniglio. Nero: suicide girl.

Voto 8 

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