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  30/04/2024 - 23:49

 

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Maria Maddalena
Da Margherite Yourcenar
Regia di Valentina Capone, con Luisa Pasello
Fabbrica Europa – Stazione Leopolda, 17, 18, 19, 20 maggio 2006, Prima Assoluta a Firenze

 




                     di Tommaso Chimenti


Terriccio ma non fecondo, terra ma non fertile, arida dove i germogli, i bambini non nascono ma vengono seppelliti. Sulla scena una splendida e muscolare Luisa Pasello, con un abito di rete da pescatori di Nazareth, in un solo immersa nel terriccio. E’ la Maria Maddalena, una guerriera, una battagliera, una Giovanna d’Arco innamorata e ripudiata dall’apostolo Giovanni che la “tradisce” per seguire la sua Fede, il suo Cristo. La regia di Valentina Capone punta molto sulle luci che diventano spazi, buio, drappi, divisori, esse stesse scene in movimento. Una donna impotente contro il Dio che le ha strappato il proprio uomo. E lo sa benissimo che la guerra è persa fin dall’avvio. Non si può competere né con Dio né con Suo Figlio. Ed allora non resta che darsi smodatamente, punirsi prostituendosi quasi come la protagonista de “Le onde del destino”. In audio il rumore del mare, il respiro del mostro, il palpito di un cuore. E Maria è angosciata, angustiata, delusa, rabbiosa, arrabbiata contro il mondo che l’ha calpestata, contro gli uomini che l’hanno usata, anzi dai quali ha deciso di farsi usare. Le sue parole sono grida, urla nel silenzio. Inascoltate. Cadono nel vuoto, cadono come il feretro che ha sotto il sedere, incellofanato e compresso, in una piccola bara bianca di plastica, un gusto ovattato dove riposa il suo bambino. A piedi nudi lascia segni sulla terra, la ferisce come la vita ha scalfito lei. L’unica risorsa è l’auto punizione, tanto per far vedere che esiste anche lei. E’ sofferenza e dolore ancestrale. La non accettazione, l’emarginazione, l’auto distruzione: adultera, “puttana”. Quasi in preda alle convulsioni, a tremori di una danza di nervi e muscoli a ritmo di riflettori. L’unica donna fragile che, proprio in tempi di “Codice da Vinci”, appena risorge il Cristo, bestemmia alla luna.

Voto 7 

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