Sergio Covelli : Zero resto, 2006
Sergio Covelli : Senza padre e madre, né rimorsi, 2008
Inizia con una serie dialoghi serrati in livornese, ma invece di specchiarsi nel “Vernacoliere”,
proponendo gag a gogò, la storia va avanti
all’insegna del desiderio di libertà. Quella particolare libertà che si prova in volo, quando l’ombra si allontana da terra e il parapendio si trasforma nel mezzo che libera
i tuoi sogni, le sensazioni estreme che ognuno ha bisogno per scrollarsi di
dosso le preoccupazioni che attanagliano il tran tran quotidiano.
Sergio Covelli, l’autore geologo,
musicista e web designer debutta come scrittore con un romanzo che intriga e appassiona.
Sergio, che è nato a Torre Orsaia (Salerno) nel 1972 e attualmente divide la sua esistenza fra Roma e Caracas (in Venezuela), in Toscana ha passato qualche anno. E il livornese che usa come slang
di questo libro è per lui un modo per tornare a casa, per sentirsi a suo agio in questo
suo primo esperimento narrativo.
Gli eroi che ha scelto per l’occasione, Cozza e Jeppa, sono ragazzi esuberanti, perfettamente calati in una realtà di provincia a cui
riescono a sfuggire solo tramite il volo. La amicizia
li lega strettamente (non a caso si e gli chiamano i fratellini) e dà a entrambi la voglia di reagire, di superare ogni stress, svettando oltre (ma anche dentro) le nubi.
Abile e ben documentato nel descrivere quello che si prova lasciandosi cullare dal parapendio (ma anche come ci si deve vestire, che tipi di vele adottare), Covelli porta avanti il suo plot incrociando (prima da lontano, poi sempre più da
vicino) anche le vite di Letizia (ex ragazza di Jeppa)
e del suo nuovo fidanzato, il flautista Niccolò, arricchendo la narrazione con
cenni al Maggio Musicale Fiorentino,
sulla vita a Piombino, a Livorno
e sui panorami dei monti pisani e della Lucchesia. Il risultato è una sorta di road book scritto a varie dimensioni,
lasciando che i personaggi si esprimano al meglio tra una turbolenza, una termica,
un avvitamento, ma anche sulle strade su cui sfrecciano camion e autovetture.
La vita scorre veloce. Incessante. C’è chi la vive pericolosamente in volo per scordare gli incubi e chi invece sfrutta l’adrenalina che scaturisce da un
rapporto ruggente per accarezzare i suoi sogni di cambiamento o semplicemente
per godere l’attimo.
La storia, come dicevamo e ben costruita e intriga anche per i mondi
che svela, pagina dopo pagina. Universi giovani giovani,
con tutta quell’energia e quel senso di urgenza
universale che caratterizza quei momenti epici in cui la vita è un’avventura ancora tutta da vivere. Uno, più giorni da leoni,
prima di quella calma apparente che tanti chiamano maturità.
Tempi che si serrano sempre di più, come la scrittura, in un bel crescendo, ombre che rivendicano la loro importanza, il loro spazio accanto a
protagonisti che le sfuggono inebriati da lucida follia.
Di sicuro
è meglio continuare a sognare, non fermarsi a soppesare il quotidiano e far correre i pensieri alla velocità di quelle macchine volanti che ti fanno provare emozioni senza fine. Per il resto c’è tempo, tanto tempo,
quasi per tutti.
Voto
7 ½