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  23/04/2024 - 08:45

 

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Marcela Serrano
Il tempo di Blanca
Titolo dell'opera originale Para qué no me olvides, Traduzione di Simona Geroldi
Ed. Feltrinelli, pp.219

 




                     di Olga Rapelli


Durante un sabato pomeriggio trascorso nella sua casa in campagna, Blanca allontanatasi un attimo dalle sue amiche per andare a prendere del ghiaccio, avverte un formicolio al braccio destro, seguito poco dopo dalla stessa sensazione alla gamba destra e alla mano. D'improvviso, senza quasi accorgersene, si ritrova fissa ed immobile, rivolta sul pavimento. Blanca è vinta da questo malore improvviso che non le consente di parlare. Ne segue la corsa in clinica dove rimarrà per qualche giorno per sottoporsi ad esami ed accertamenti fino al momento della tragica notizia, portata dal neurologo: a causa di un arresto circolatorio, una sorta di infarto cerebrale, un piccolo grumo di sangue era arrivato al cervello danneggiando la facoltà di espressione nel suo complesso. Blanca per via di quel male terribile ed oscuro non avrebbe più potuto parlare, scrivere o fare calcoli matematici. Mai più.

La cosa più grave che potesse succedere a Blanca non sta nell'aver perso la possibilità di esprimersi o di farsi comprendere mediante la parola o la scrittura, ma sta nel fatto che invece i centri del cervello della comprensione non sono stati per nulla danneggiati. E Il tempo di Blanca infatti risulta essere il difficile percorso compiuto da una vittima di quella terribile malattia chiamata afasia, schiacciata dal peso della commiserazione e della pietà. Cosa darebbe Blanca per non capire, per non sentire i discorsi di coloro i quali le sono intorno, che sembrano parlare di lei come se non ci fosse, che le parlano come si fa ai bambini, che la trattano come una malata terminale. E l'unico modo per sfuggire dalla morsa della solitudine, di accettare la prigione del silenzio è vivere il suo tempo dentro di sé, nelle pareti della sua mente, e lì ripercorrere, sola con se stessa, la sua vita fino a quel momento, e ricordare quelle occasioni in cui si era lasciata trascinare dal vortice delle passioni, momenti che non ritorneranno più. Mai più.

Marcela Serrano ci regala una narrativa intimista e lirica, capace di disegnare un personaggio smarrito e disperato, e maledettamente vero. Blanca non può comunicare con i suoi cari, non riesce a farsi comprendere dalla sua famiglia, ma il suo grido silenzioso non si perde nel vuoto, è raccolto dal lettore, il cui animo risulta insondabilmente piagato da quella stessa ferita e logorato dalla medesima sofferenza.

Voto 8 e ½ 

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