partner di Yahoo! Italia

Fizz - Idee e risorse per il marketing culturale !

Scanner - Cultura Opinioni Online
links redazione pubblicità info redazione@scanner.it


   


Niccolò Falchini
Le nubi volano basse
John Ajvide Lindqvist
Una piccola stella
Massimo Gramellini
Fai bei sogni
Joe R. Lansdale
Cielo di sabbia
Antonio Tabucchi
Tristano muore
Christopher Wilson
Il vangelo della scimmia
Simonetta Agnello Hornby
La monaca
Rosario Palazzolo
Concetto al buio
Michele Cecchini
dall’aprile a shantih
Fabrizio e Nicola Valsecchi
Giorni di neve, giorni di sole

 


Ricerca avanzata

 

 

Arte Musica Libri Cinema Live Interviste Home Vignette Gallery Hi-Tech Strips Opinioni Gusto Ospiti TV

  26/04/2024 - 05:56

 

  home>libri > narrativa

Scanner - libri
 


Francesco Dezio
Nicola Rubino è entrato in fabbrica
Spietato, graffiante, disilluso, amaro
Feltrinelli, 2004, Super Universale Economica, Euro 10

 




                     di Olga Rapelli


Spietato, graffiante, disilluso, amaro. È questo il gusto che si assapora nelle pagine di Francesco Dezio, che con questo breve, ma forte racconto si fa testimone del suo tempo, diventando simbolo di quella precarietà soffocante e disarmante che ingrigisce l’universo esistenziale dei giovani alle prese con il mondo del lavoro.

Nicola Rubino entra in fabbrica, con un contratto di formazione lavoro. Dopo una serie di colloqui individuali e test psico-attitudinali di gruppo, approda nel microcosmo emozionale dell’operaio specializzato. Entra in confidenza con le macchine, il sistema di turnazione, i caporeparto, i team leader, i numeri di codice sul badge e comincia ad orientarsi nella multiforme umanità operaia composta da dipendenti, lavoratori interinali e a formazione lavoro. Ed in ognuno dei personaggi con i quali viene in contatto riscopre una parte di sé, di ciò che è sempre stato e di quello che desidererebbe essere. La fabbrica diventa da mero luogo dove svolgere la propria attività lavorativa, scuola di vita, dove crescere, imparare, intrecciare legami, riporre speranze. Ma al tempo stesso la fabbrica gli appare il terreno dove giocarsi una gara all’ultimo respiro, sempre più spietata, in compagnia di tutto un gruppo di lavoratori che sgomitano per ottenere il rinnovo del contratto, l’assunzione a tempo indeterminato, un posto in prima fila nel reparto più ambito, una promozione e le gratificazioni in busta paga. Nicola impara a fare i conti con i favoritismi, con i commenti da bar, con le discriminazioni sessiste, con le ingiustizie che favoriscono chi detiene il potere decisionale ed il suo entourage e con la corruzione.

Ma la lezione più importane Nicola la imparerà sulla sua pelle, nel momento in cui sentirà il bisogno di urlare tutta la sua rabbia nei confronti di quel sistema bieco e corrotto, quando non ce la farà più a stare a guardare. Sarà proprio in quel momento che lascerà il lavoro, schiacciato dal vile meccanismo del mobbing, ossia quell’insieme di comportamenti meschini e codardi che costringono i lavoratori, vittime di ricatti psicologici, soprusi e vessazioni alle dimissioni volontarie.

E della fabbrica, quel luogo che “si continuava ad avere dentro anche quando se ne era fuori”, resta solo un’ ultima immagine, rubata dalla finestra dello spogliatoio: è il panorama delle macchine, “quelle di grossa cilindrata dei manager, parcheggiate sotto l’entrata principale- nel settore riservato- e quelle degli operai, sparpagliate a spina di pesce al centro e intorno all’area perimetrale”.

In questo piccolo capolavoro di denuncia scritto nei ritagli di tempo, Francesco Dezio tiene il diario disilluso di un giovane alienato dalla catena di montaggio in una fabbrica, che come Dezio stesso scrive nella postfazione “non esiste nella realtà”, ma è “la fusione molecolare del peggio che ho visto e che ho sentito”. Ed ecco come la scrittura diventa un bisogno: e mentre loro “mi comandano, mi sfottono, ci litigo, mi minacciano, mi licenziano – io scrivo”. E raccogliendo il grido di dolore di un’intera generazione di precari, lavoratori di serie b costretti alla calma ed al silenzio Francesco Dezio scrive, anzi “scrive tutto” perchè “loro hanno abusato di me due anni a formazione. Io abuserò di loro in eterno, punto e basta.”

Voto 7 

        Invia Ad Un Amico

© Copyright 1995 - 2010 Scanner