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Militant A
Storie di assalti frontali
Milano, Derive Approdi, 2000; pp. 189 (Cd allegato)

 




                     di Gloria Caccia


"Ho spesso pensato che la poesia sostituiva per noi la preghiera, tanto ci esaltava"

Scriveva Victor Serge. E Militant A -cantante degli Assalti Frontali - aggiunge che "certo, mai parole fini a se stesse, ma quelle messe insieme per sfamare, per allargare la mente, per scendere nei territori profondi dell'essere. L'evasione impossibile di Sante Notarnicola e le sue poesie dal carcere mi scuotevano più di qualsiasi documento politico o riunione".

E Notarnicola non è certo l'unico a comparire tra le citazioni, sempre perfettamente calzanti alla narrazione, in grado di amplificare il suono di parole che sono scritte -e anche molto bene- e musicate nel CD che la Derive Approdi allega al libro, undici le tracce di "Terra di nessuno", otto quelle di "Conflitto", a regalare impatto sonoro che completi e regali contorni più nitidi ad una scelta artistica e politica "sanguinata" e qui raccontata con una lucidità bellissima, un'emozione che è quasi timidezza nel raccontarsi tanto profondamente.

Miriam Mafai, Giovanni Pesce, Renato Curcio, così come l'avvento dei Public Enemy , la formazione dei centri sociali "storici" come il Leoncavallo a Milano e il Forte Prenestino a Roma, l'eroina dilagante nel corso degli anni ottanta, passati alla storia come quelli del "rampantismo" giovanile, qui raccontati nel loro aspetto più forte e doloroso; tutto questo in un libro autobiografico, scritto coraggiosamente in prima persona, ma carico di innumerevoli alte storie, persone, avvenimenti tutti tesi a disegnare un tempo passato dal quale è impossibile prescindere, dal quale mai si vuole prescindere per amore e onore, per un fortissimo senso di appartenenza ad una realtà in cui l'emarginazione è forza e limite allo stesso tempo.

Vicenda pubblica e vicenda privata risultano essere, anche nello scritto di Militant A, le due facce di una stessa moneta, ed è facendo continuamente "testa o croce" che l'artista utilizza parole come a squarciare situazioni e ideologie per meglio analizzare, per meglio capire sempre con estrema lucidità la propria posizione, il percorso che si vuole intraprendere, lo stato d'animo con cui fare i conti durante il giorno.

"…se riesci a non perdere la testa / quando tutti l'hanno persa e ti dicono <> / …Se riesci a sognare / senza fare dei sogni i tuoi padroni / e a pensare / senza fare dei pensieri il tuo fine…/ se riesci a fare delle tue vittorie un solo fagotto / e a giocarlo tutto in una notte a testa o croce, e perdere, e ricominciare da capo / senza mai spendere una parola su ciò che hai perduto…/ tua è la Terra / e quel che più conta, saprai che sei uomo…" Sono parole di Kipling riportate nelle prime pagine dello scritto, nelle ultime l'attuazione pratica è descritta in tutto il suo travaglio: gli Assalti Frontali abbandonano l'autoproduzione e si affidano a una "major" per la pubblicazione dell'ultimo " Banditi". A chi sente puzza di tradimento l'autore porta parole pulite, eccezionali nella loro limpidezza, nella confusione e nell'insicurezza che una scelta del genere porta con sé , là dove tenacia e onestà politica e intellettuale restano l'unica certezza.

Senza sentire il bisogno di sottolineare l'ovvio poi, evitando quindi di ribadire che la lotta politica, anche dura, non è terrorismo, " Storie di assalti frontali" riguardo alla Brigate Rosse ha espressioni la cui sostanza risplende della luce di un "figlio" che tiene in mano un "filo rosso" più volte citato, un filo a tratti liso dai suoi stessi sbagli che fa dire a l'autore: "Hanno sparato e ucciso. E hanno perso. Vero. Ma questo adesso non c'entra, chi sta ancora dentro è per le idee che ha oggi, non per il reato commesso anni prima […] Per quegli stessi omicidi chi ha messo a verbale l'abiura è uscito, chi ha scelto la scappatoia personale è uscito […] Mantenere una dignità e riconoscere il proprio passato è punito con la detenzione. La vendetta dello Stato vuole che chi ha osato combatterlo senza dire che ha sbagliato sia per sempre bandito".

Una manciata di e-mail arrivate all'indirizzo assalti@usa.net che commentano " Banditi" e tutti i testi dei tre album chiudono un libro importante, "storico" in un certo senso, pronto a mettersi in discussione, a creare i dubbi necessari all'autocritica.

Militant A, Storie di assalti frontali, Milano, Derive Approdi, 2000; pp. 189 (Cd allegato)

Voto 8 

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