Assomiglia a Ascanio Celestini. Ha lo
stesso pizzo, lo stesso piglio. E’ autore ed attore teatrale. Dopo la splendida
presentazione del suo primo romanzo “Amore e disamore” all’interno del festival letterario Scrittori
al Castello a Calenzano alto, diretto dallo scrittore Emiliano Gucci, Riccardo Lestini si
fa conoscere e non è più un mistero. Disponibile, simpatico, dolce. Capelli
arruffati ed occhiali storti, ma parole precise che arrivano a toccare le corde
più nascoste, ma senza malizia, a stupire per la semplicità, ma mai da
scambiarsi con banalità. Lestini
è tutto qui, quando dice che adesso, così prima di addormentarsi sul comodino
accanto alla abatjour ha l’Iliade. Ma lo dice senza presunzione né
presupponenza, quasi vergognandosi dell’affermazione. Timido ma dalla voce
profonda e schietta da attore. Attore che, anche se non ancora conosciuto al
grande pubblico, ma c’è solamente da aspettare, ha collezionato oltre
centocinquanta repliche in tre anni del suo lavoro scenico “Con il tuo sasso”,
ricostruzione-processo al caso Carlo Giuliani al G8 genovese targato 2001. Uno
che con il teatro apriva i concerti dei Modena
City Ramblers.
“Amore
e disamore” è una lunga carrellata, un diario di bordo, potremmo
chiamarlo “romanzo di formazione” di un diciassettenne e della sua crescita
fino ai ventotto anni. Molto autobiografismo. I nomi di donne citate non sono
arroganza machista e maschilista ma estremo amore ed attenzione alle cose, alle
persone, ai sentimenti, alla parte più fragile e debole. Perché Francesco, il
protagonista del libro, ed un po’ anche Riccardo, che a volte coincidono, è
alla ricerca più che dell’amore assoluto della pace interiore. E’ per questo
che i suoi “amori” si trasformano in “disamori”, si consumano, senza
squallidume post moderno però, si sciupano senza un perché, così come sono
nati, si dileguano, si sviliscono, mutano in abbandoni, deflorandosi, quasi esplodendogli
tra le mani. Perché l’Amore, con la maiuscola d’obbligo in questo caso, è una
bomba ad orologeria che sconvolge (se non sconvolge e non è totale e
totalizzante che amore è?), da trattare con la necessaria delicatezza, ma anche
con la debita risolutezza e decisione. Per innescarla e rotolare nel vortice e
lasciarsi andare, per disinnescarla e correre ai ripari quando la paura è più
grande del piacere, quando il dolore sopravanza e batte cassa. Segnatevi il
nome, fatene un circoletto rosso. Andate a vederlo quando sarà nella vostra
città.
Voto
8