L'altro giorno mi trovavo in libreria, cercando qualche tomo contenente più di
quattrocento pagine, per alleviare le pene di questa primavera balorda, quando nel reparto
gialli, horror e similari le mie orecchie bioniche hanno captato la seguente
conversazione, tra un potenziale acquirente e un commesso della libreria:
- E di questo libro cosa mi dice?
- Ah sì questo è il nuovo libro di Ellroy,
non saprei se consigliarlo; diciamo che se lei ha letto altre suoi romanzi allora non
glielo consiglierei, è un po incolore e ripetitivo!
A quel punto non ho potuto trattenermi, e sibilando "pazzi! Ellroy è Dio!", seriamente intenzionato ad incenerirli
con lo sguardo, gli ho strappato il libro di mano e mi sono avviato verso le casse.
Per fortuna i miei super poteri non sono ancora così sviluppati, perché in effetti il
povero commesso non aveva tutti i torti. Si tratta di una raccolta di articoli, scritti
per la rivista GQ,
tra il 93 e il 98, molti dei quali riprendono temi, ambientazioni ed
ossessioni, già presenti nei suoi grandiosi libri. Per cui i cultori dello scrittore
storceranno un po la bocca,, avidi come sono di novità. La sua scrittura, per
quanto sempre grande, sembra risentire un po del formato giornalistico, sembra
soffrire a dover essere compressa nelle poche pagine dellarticolo di giornale, o nel
racconto breve. Il tutto potrebbe assomigliare, dunque, ad una bieca operazione di
mercato, se non fosse per due motivi. Uno: nella prefazione alledizione in inglese,
che non si sa perché da noi hanno deciso di tagliare, veniamo informati che Ellroy è a
pagina 347 del suo nuovo romanzo, allora vuol dire che cè ancora speranza! Due:
larticolo su O.J. Simpson, sulla di lui assassinata moglie, e sul di lei
morto amante, condito con altre amenità sulla scintillante pattumiera che è il mondo di
Hollywood e dello star system. Solo otto pagine, ma lo giuro, assolutamente meravigliose.
Uno dei più grandiosi sfoghi biliari che mi sia mai capitato di leggere. Il tutto
suffragato da prove inconfutabili. Meglio di così!
Questa primavera rimane uggiosa, ma dopo aver divorato, letteralmente, questi corpi
di reato, mi sento decisamente meglio.
James Ellroy, Corpi di reato, Milano, Bompiani, 1998
Voto
8-