Ho scaricato Miss Italia, 2008
All'inferno ci vado in Porsche, 2007
L'Ultimo Cuba Libre, 2006
L'Ultimo Cuba Libre è un romanzo acuminato, crudo e penetrante come una lama di coltello, che mette a nudo le contraddizioni
di una generazione poco indagata, anche se spesso citata nei soliti reportage
giornalistici ad effetto. Non è un giallo, ma una
spietata analisi di una generazione perduta tra droga, sesso, denaro, disco, pub e violenza. L'istantanea di una generazione che crede di saperla lunga e invece della vita non
ha capito nulla. Il risultato è un vortice esistenziale che annienta, che
annichilisce (e strega) il lettore fin dalle prime righe.
L'Ultimo
Cuba Libre è un libro che fa rabbia, che indigna perché non
lascia spiragli a un possibile miglioramento, perché non evoca alcun lieto
fine. Anzi. E piano piano disintegra il sogno di una / tante vite apparentemente perfette che, analizzate
un po' più da vicino, si rivelano laconici insuccessi.
Pier
Francesco Grasselli scrive bene e, anche se
quello che racconta è agghiacciante, esoso, riesce a polarizzare l’attenzione del lettore raccontando storie
scellerate di giovani ricchi, che vivono fino in fondo, in un turbinio di
cocktail e di strisce di coca, il loro clamoroso vuoto. Tutti personaggi liberamente
tratti dalla realtà - Promette e mantiene Grasselli, 29 anni, di Reggio Emilia
-. Io non giudico il loro vuoto, ci guardo dentro e lo
racconto così com‘è".
Niente giochi di parole,
ma fatti, pulsioni, dialoghi logori e sogni di latta per i personaggi
che animano questo riuscito romanzo – reportage pubblicato con successo da Mursia
Editore. Grasselli ha il coraggio di
prendere di petto e narrare le infide gesta di una generazione mai raccontata
da vicino, anzi da vicinissimo. Interessante l’espediente dell’autore di dare voce direttamente ai
protagonisti (ogni mini capitolo ha il nome di una persona: Leo, Jessica, Max,
Claudio e altri ancora…), con un ritmo serrato che fa venire in mente i
videoclip, i videogiochi. Paradossalmente il vuoto mentale, la smania sessuale,
la continua necessità di additivi chimici e alcolici e
la mancanza di principi che accomuna tutti i personaggi del romanzo crea
un’inquietante ridondanza che infastidisce il lettore, ma che allo stesso tempo
gli spiega meglio di 1000 descrizioni con chi si ha a che fare. Alla fine la
serialità dei protagonisti (in sostanza figli di papà, che credono che la loro fuori serie, che il loro portafogli sempre pieno, possa garantire l'immortalità) si rivela un analisi corrosiva e azzeccata, che ci fa guardare con occhi diversi quelli che, se sopravvivranno, sono destinati a diventare Vip. E che già con arroganza, vivono come tali.
Voto
7 ½