Se siete trentenni, se amate la musica, se avete avuto una discreta serie di disavventure sentimentali e non riuscite a costruirvi un’esistenza del tutto normale, allora vi innamorerete sicuramente di questo romanzo dello scrittore inglese Nick Hornby.
Uscito nel 1995, "Alta Fedeltà" ha avuto un successo insperato anche qui in Italia, che ha costretto la casa editrice Guanda ad una frettolosa ristampa nel 1996. Il romanzo è godibile soprattutto per lo stile asciutto e diretto. Ironico ma amaro, divertente e commovente intreccia subito un rapporto diretto, quasi colloquiale con il lettore, che non potrà fare a meno di appassionarsi alle vicende di Rob, trentenne appassionato di musica pop, ex Dj, proprietario di un negozio di dischi alquanto approssimativo in quanto a vendite
La musica è la vera compagna di vita di questo trentenne che non vuole crescere, lo accompagna in ogni momento della giornata ; dal negozio alla casa è una continua evocazione di tonnellate di Cd e Lp, la musica è pure strumento di seduzione quando registra compilations meticolosamente strutturate per le sue presunte prede.
Insomma anche se pur velatamente "Alta Fedeltà" è un romanzo generazionale (dei trentenni), che mette felicemente in mostra gli umori, le speranze e le disillusioni di una generazione che non ha conosciuto gli impeti ideologici del 68, ma che non condivide l’apatia di questi spenti anni 90. Sorprendentemente attuale e intrigante "Alta Fedeltà" colpisce dove inciampano (o meglio precipitano irrimediabilmente) tutti i reportage dedicati ai modi e alle mode delle ultime generazioni, Tutti i servizi che si affannano, quasi sempre con superficialità, a raccontare il meraviglioso mondo dei giovani.
Nick Hornby, Alta Fedeltà, Milano, Guanda, 1996
Voto
8
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