Se la vostra idea di viaggio è una
tranquilla crociera o una settimana in un villaggio-tutto-compreso, questo non vi interesserà. Se quando vi parlano di bicicletta
pensate a quella con le rotelle di quando eravate
piccoli o ai ciclisti
per le strade periferiche, a sciami giallo brillante e blu elettrico, simili ad
un muro che alterna chiacchiericci ad agonismo più o meno scherzoso, ebbene, se questo è tutto quello che vi viene in mente, di sicuro non avete mai sperimentato l’ultima frontiera del viaggio alternativo.
E’ un fenomeno che sta prendendo sempre più piede, quello del turismo
in bicicletta; fa bene all’ambiente e alla salute del viaggiatore, in più è una maniera di viaggiare piuttosto economica.
In realtà le motivazioni possono essere anche più profonde, fino a sconfinare nello stile di vita: il pedalare impone lentezza, il che
permette di soffermarsi su paesaggi, fisionomie lungo il tragitto, odori, suoni, insomma, vivere più intensamente il paese che si visita, permettendo di esplorare aspetti preclusi agli itinerari
standardizzati del turismo. A detta di chi ha compiuto l’esperienza, la sensazione di benessere che porta il pedalare è eccezionale, fa sentire “vivi”,
scuote dalla pigrizia un corpo creato per muoversi, permette di entrare in
contatto con sé stessi estraniandosi nella natura. Per molti è una sfida; il dover contare solo su sé stessi fa sentire potenti, il superare le difficoltà che si incontrano lungo il
tragitto tempra lo spirito.
Le categorie che fanno una scelta del genere si possono generalmente suddividere in tre tipologie le quali ovviamente sceglieranno percorsi diversi. Ci sono i cicloturisti che
abbinano la bellezza del pedalare nella natura alla fruizione di paesaggi: questi scelgono solitamente itinerari culturalmente interessanti,
sostando nelle varie tappe per visitare i siti che li interessano. Troviamo poi i cicloamatori, la bici per la bici insomma, coloro che scelgono percorsi tecnicamente stimolanti e infine le famiglie, per le quali tragitti agevoli e privi di rischi rappresentano il maggior interesse.
Il mezzo di trasporto sarà naturalmente adeguato alle
esigenze: c’è da scegliere tra la bici da
strada, detta city bike, la mountain bike per gli itinerari
accidentati o la bici da corsa per sfrecciare sull’asfalto.
Generalmente questo particolare tipo di viaggio può
svolgersi in due modi: con la formula cosiddetta a margherita, ovvero spostandosi in auto per percorsi troppo lunghi o
ostici sulle due ruote e poi scegliendosi degli itinerari ciclabili in zona,
oppure contando solamente sui propri pedali, quindi spostandosi esclusivamente in bici da una tappa all’altra
(eventualmente i bagagli, potrebbero anche essere portati da un altro mezzo di
supporto).
C’è da dire che in alcuni casi la cosa si è trasformata velocemente in un vero e proprio business, quello dei cosiddetti Bicitour,
comprensivi di
Bicigrill, punti di ristoro per avventurieri sfiancati, con la creazione di Bicibus e addirittura Bicitreni.
A questo punto manca solo la Batmobile e
il Batrifugio e siamo al completo...
L’Associazione Ciclo, ad
esempio offre a questi turisti servizi indubbiamente comodi: deposito per
biciclette, un’officina munita di attrezzi per
eventuali riparazioni e lavaggio, materiale informativo sulla zona, navetta e un’adeguata ristorazione. Lo scopo che si prefigge l’associazione è di creare una rete di strutture atte a facilitare l’impresa dei cicloturisti.
Sono innumerevoli i siti internet dove si organizzano questo genere di viaggi, il che può limitarsi a girare l’Italia e spingersi anche in Europa, dove molti paesi sono attrezzati da anni per questo tipo di turismo, da
quelle parti oramai un vero e proprio fenomeno di massa senza limiti di età.
A questo scopo è stata ideata Eurovelo, una mappa di itinerari ciclistici specifici, alcuni dei quali, come la pista ciclabile su Danubio,
sono particolarmente frequentati.
Leggere alcuni “Diari Di Viaggio” online che riportano un resoconto dell’esperienza, sempre
corredata da foto prese sul posto, può risultare molto interessante, per addetti a lavori e per semplici profani. L’iconografia classica è quella del ciclista inguainato nella tutina professionale o più casual in maglietta bianca, pantaloncini blu e cappellino con la visiera, in equilibrio su una bicicletta carica di bagagli, con un paesaggio sublime di sfondo.
Voto
8