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  26/04/2024 - 23:27

 

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La Statale 163
Spaghetti On the Road
Dimentichiamo Paperino, Topolino e Pippo in vacanza
Un viaggio ideale sulla Nastro azzurro, che collega le varie località della Costiera Amalfitana, da Vietri sul Mare passando per Positano fino a Meta

 




                     di Naima Morelli


Diciamocelo chiaramente: se sognate un’epopea alla “On the Road”, le autostrade italiane molto difficilmente potranno farvi vivere quelle atmosfere.

Altro che highway americane, sconfinate strisce di asfalto che si distendono a perdita d’occhio, circondate dal niente, cosicché l’occhio si perde e il cuore si mescola ai colori del cielo!

Italia. L’Autostrada del Sole avrà pure un bel nome, ma tutta questa sconfinatezza proprio non ce la vediamo. Certo, alcune volte le tristi conurbazioni, i non-luoghi come gli autogrill, le serre e le coltivazioni di carote sono interrotti da suggestivi paesaggi perlopiù montanari e boschivi, ma più che On the road fanno “Paperino, Topolino e Pippo in vacanza” (sapete, quell’episodio dove tutti e tre organizzano un viaggio in roulotte…).
E allora una delle poche alternative tricolori alle highway americane, uno dei rari tratti asfaltati dove si respira quel genere di poesia beat è la Statale 163.
La Statale 163 ha anche un altro nome, oltre a quello ufficiale e allo sbrigativo “strada di Positano”, ed è Nastro Azzurro (niente a che fare con birre di sorta, è perché si affaccia sul mare) così come altre due strade nei paraggi sono state rinominate Nastro D’Oro (si tratta di una zona molto assolata) e Nastro Verde (perché si inerpica sulle montagne boschive). Il mare di cui parliamo è il Tirreno, il Nastro azzurro collega infatti le varie località della Costiera Amalfitana, da Vietri sul Mare passando per Positano fino a Meta, ed è lo stesso mare che ogni mattina i tre o quattro venditori di peperoncini piccanti & limoni salutano prima di sistemarsi nella proprio chioschetto-bancarella posizionata nelle piazzole panoramiche di quella strada dagli innumerevoli tornanti.
Ok, qui una domanda sorge spontanea, cosa c’entra quest’immagine un po’ turistica di mare, limoni e peperoncini con le leggendarie higway che tanto profondamente si snodano nelle viscere dell’America?
Ecco, adesso c’è proprio bisogno di un’equazione matematica, giusto per dare delle fondamenta scientifiche alla cosa: si può dire che la Statale 163 sta alla Route 66 come i western americani stanno agli spaghetti western. Scommetto che per Sergio Leone non avete pensato di usare nemmeno lontanamente l’espressione “palliativo casereccio”, giusto? Bene, allora non fatelo nemmeno in questo caso, ‘a quel paese la matematica!

Tutt’al più potreste, a ragione, muovere qualche obiezione sulle curve. Già, cos’hanno a che spartire le famigerate curve che rendono tanto caratteristica questa strada con la metafisica linearità delle higway?

Oh, ma questo è il particolare più importante! E’ come il fischio nella colonna sonora di Morricone, è la principale ragione per cui i motociclisti la eleggono per reinventare il loro Easy Rider personale.

Il sito motogatti.it indica questo itinerario come “Le curve della divina Costiera Amalfitana SS163”, quasi a voler fare assonanza con il “Sentiero degli dei” che si snoda invece quasi parallelo sulle montagne. Dice:“La SS 163 è sicuramente una delle più belle strade d'Italia! Una serie interminabile e continua di curve, il tutto racchiuso in una carreggiata stretta, anzi in alcuni punti strettissima. Da un lato il mare a strapiombo, dall'altro le pareti delle colline, il tutto immerso in un paesaggio unico e meraviglioso.” Ancora più evocativo è Roberto Mussapi sul mensile Riders:“La strada stretta è premuta tra cielo e mare. Strada che sembra chiamare il vento. Chi la tracciò, secoli e secoli fa, aveva già chiare in mente la motocicletta e il cabrio” mentre si legge sul sito del BmwgsClub: ”Alle spalle coltivazioni digradanti verso il mare, disperse tra la macchia mediterranea incorniciate da muretti a secco; di fronte uno specchio blu cobalto, dove perdersi in riflessioni e bagni di piacere. Questo è in sintesi la Costiera Amalfitana, che percorre volentieri in sella alla moto, assaporando nel vento il gusto della salsedine, sostando nelle cittadine grandi e piccole e sfuggendo alle ire del traffico”
Su internet diari della motocicletta (pure della bici in qualche caso) su quest’itinerario, spesso corredate di qualche foto e di indirizzi di ristoranti in zona, si sprecano.

Quel che è vero però è che la Statale 163 non è mai stata adeguatamente celebrata né dalla cultura né dalla controcultura, che pure aveva fatto di Positano luogo di elezione. Intellettuali alternativi, poeti, rockstar, registi e hippy dai trascorsi turbolenti in cerca di un po’ di pace; a quei tempi sulla spiaggia si aggirava un certo Gregory Corso, quello a cui i positanesi davano pacche sulle spalle quando lo incrociavano per strada e lo chiamavano quale fido compagno di bevute:“Gregory, à Gregory vien’ cà!”.
E poi Peter Thompson, Ibrahim Korda, Susan Sarandon, Mick Jagger, Siouxie, Nureyev, Massine, Steinbeck, Tennessee Williams, Rossellini; i locali parlano ancora di questi personaggi come di vecchi amici, percependone “l’aura” ma non potendo proprio fare a meno di prendersi tutta la confidenza che chiunque abiti nei pressi di Napoli si prende senza troppe remore.

Una menzione speciale spetta però a Vali Myrer, l’artista australiana che nel ’52 si istallò nel Vallone Porto, oasi incontaminata (non si sa ancora per quanto visti i recenti progetti di “cementificazione”) nei pressi di Arienzo, quindi siamo sempre sulla nostra Statale, non temete.
E’ qui che Vali trovò l’ispirazione per i suoi psichedelici, sorprendenti dipinti popolati da animali di tutti i tipi e donne lisergiche, finché, a metà degli anni ’60, in seguito all’uscita di un documentario americano che la vedeva protagonista (“The Witch of Positano” di Sheldon Rochlin), divenne una sorta di leggenda per la generazione psichedelica, ambientalista e affascinata dal richiamo di una vita primitiva simile a quella che lei conduceva: una cascina, niente elettricità né acqua corrente, spiritualità, henne e natura selvaggia.
Eppure, nonostante tutto, nemmeno una piccola canzone sulla strada complice di tanto viavai!
E’ vero, ci hanno girato un’infinità di pubblicità (Volvo, Mastercard e Breil tra le più recenti) ma non è la stessa cosa!

A pensarci però non sarebbe la stessa cosa comunque, se non altro perché, pure fermandoti a mangiare con tutta calma e digerendo lentamente, più di una giornata a percorrere qui 50 km non ce la metti. Oh beh, in tal caso poco male, meglio così anzi: è bello fare il beatnik per un po’, poi però farlo per troppo tempo pure è faticoso!

Voto 9 

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