Celebrare l’assoluto valore del femminile, è un compito che
mal si addice a chi crede che la donna è guida, musa e compagna nel periglioso
percorso della vita. Qualcuno dice che siamo angeli con una sola ala e che se
vogliamo spiccare un “volo” dobbiamo cercare fortemente l’altra nostra metà. Per la rubrica dedicata al gusto
realizzata insieme a Taccuini Storici,
allora, Scanner ha pensato di scegliere una figura femminile che nella storia
ha saputo interpretare tanti ruoli d’eccellenza, non disdegnando i ricercati
piaceri della tavola.
Nipote di Lorenzo
il Magnifico, Caterina de' Medici andò sposa a Enrico
d'Orléans, il futuro Enrico II (1533). A lei si deve l'influenza che la cucina
fiorentina ebbe su quella francese perché i cuochi e i pasticceri che la
seguirono fecero scuola.
L'ambiziosa donna, dotata di un vorace appetito ma anche di
gusti molto raffinati, per aumentare il proprio potere alla corte di Francia si
servì proprio dell'arte
culinaria, facendo anche allestire banchetti che, come i suoi critici non
mancavano di far notare, valevano più di centomila monete d'oro.
"Durante questi banchetti dove la Regina mangiava tanto
da scoppiare, la tavola era servita da onorate cortigiane, mezze nude e coi
capelli sciolti come spose alla prima notte di nozze”
Continuando a citare le cronache storiche, vorremmo
invitarvi al pranzo di gala dato in
onore della superstiziosa Caterina,
offerta dalla città di Parigi nel 1549.
A questa festa vennero serviti tutti cibi che dovevano
essere divisibili per tre, il numero perfetto.
Esempio: "33 arrosti di capriolo, 33 lepri, 6 maiali,
66 galline da brodo, 66 fagiani, 3 staia di fagioli, 3 staia di piselli e 12
dozzine di carciofi".
Caterina
oltre ad avere portato in Francia: le salse, l'uso delle rigaglie, l'olio
d'oliva e le crespelle, ebbe anche l’intuizione d’imporre un oggetto che a
Firenze era stato introdotto già da tempo, vale a dire la forchetta.
Suo marito e i suoi commensali, tuttavia, si rivelarono
piuttosto maldestri nel maneggiare il nuovo utensile, come riferisce
maliziosamente un giornalista di gossip del tempo:
"Nel portare la forchetta alla bocca, si protendevano
sul piatto con il collo e con il corpo. Era uno vero spasso vederli mangiare
con la forchetta, perché coloro che non erano abili come gli altri, facevano
cadere sul piatto, sulla tavola e a terra tanto quanto riuscivano a mettere in
bocca".
Non sorprende dunque, che solo con l'ascesa al trono del
figlio Enrico III, Caterina
riuscì a rendere obbligatorio l'uso del forcuto strumento. Il sovrano, come si
legge nel decreto, ne ordinò l'utilizzo affinché si potesse "mangiare con
pulizia”.
Adesso, al fine di condividere con la grande Regina un ghitto sapore della vita, dalle cronache
del Rinascimento vorremmo proporvi una pietanza che tanto la deliziava.
Ravioli con ripieno di pollo:
Fare una pasta per ravioli.
Preparare il ripieno battendo del petto di pollo con strutto di maiale, fior di
noce moscata, zafferano e cacio parmigiano. Confezionare i ravioli con la pasta
ed il ripieno e metterli in una casseruola con un poco di brodo, cospargendoli
di cacio parmigiano. Si facciano bollire sulla brace.
Voto
7