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  26/04/2024 - 02:10

 

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Scanner - gusto
 


Caterina de' Medici
Donna e regina ghiotta di vita
A lei si deve l'influenza che la cucina fiorentina ebbe su quella francese
Lo special di Scanner e Taccuini Storici

 




                     di Alex Revelli


Celebrare l’assoluto valore del femminile, è un compito che mal si addice a chi crede che la donna è guida, musa e compagna nel periglioso percorso della vita. Qualcuno dice che siamo angeli con una sola ala e che se vogliamo spiccare un “volo” dobbiamo cercare fortemente l’altra nostra metà. Per la rubrica dedicata al gusto realizzata insieme a Taccuini Storici, allora, Scanner ha pensato di scegliere una figura femminile che nella storia ha saputo interpretare tanti ruoli d’eccellenza, non disdegnando i ricercati piaceri della tavola.

Nipote di Lorenzo il Magnifico, Caterina de' Medici andò sposa a Enrico d'Orléans, il futuro Enrico II (1533). A lei si deve l'influenza che la cucina fiorentina ebbe su quella francese perché i cuochi e i pasticceri che la seguirono fecero scuola.

L'ambiziosa donna, dotata di un vorace appetito ma anche di gusti molto raffinati, per aumentare il proprio potere alla corte di Francia si servì proprio dell'arte culinaria, facendo anche allestire banchetti che, come i suoi critici non mancavano di far notare, valevano più di centomila monete d'oro.

"Durante questi banchetti dove la Regina mangiava tanto da scoppiare, la tavola era servita da onorate cortigiane, mezze nude e coi capelli sciolti come spose alla prima notte di nozze”

Continuando a citare le cronache storiche, vorremmo invitarvi al  pranzo di gala dato in onore della superstiziosa Caterina, offerta dalla città di Parigi nel 1549.

A questa festa vennero serviti tutti cibi che dovevano essere divisibili per tre, il numero perfetto.

Esempio: "33 arrosti di capriolo, 33 lepri, 6 maiali, 66 galline da brodo, 66 fagiani, 3 staia di fagioli, 3 staia di piselli e 12 dozzine di carciofi".

Caterina oltre ad avere portato in Francia: le salse, l'uso delle rigaglie, l'olio d'oliva e le crespelle, ebbe anche l’intuizione d’imporre un oggetto che a Firenze era stato introdotto già da tempo, vale a dire la forchetta.

Suo marito e i suoi commensali, tuttavia, si rivelarono piuttosto maldestri nel maneggiare il nuovo utensile, come riferisce maliziosamente un giornalista di gossip del tempo:

"Nel portare la forchetta alla bocca, si protendevano sul piatto con il collo e con il corpo. Era uno vero spasso vederli mangiare con la forchetta, perché coloro che non erano abili come gli altri, facevano cadere sul piatto, sulla tavola e a terra tanto quanto riuscivano a mettere in bocca".

Non sorprende dunque, che solo con l'ascesa al trono del figlio Enrico III, Caterina riuscì a rendere obbligatorio l'uso del forcuto strumento. Il sovrano, come si legge nel decreto, ne ordinò l'utilizzo affinché si potesse "mangiare con pulizia”.

Adesso, al fine di condividere con la grande Regina  un ghitto sapore della vita, dalle cronache del Rinascimento vorremmo proporvi una pietanza che tanto la deliziava.

Ravioli con ripieno di pollo:


Fare una pasta per ravioli. Preparare il ripieno battendo del petto di pollo con strutto di maiale, fior di noce moscata, zafferano e cacio parmigiano. Confezionare i ravioli con la pasta ed il ripieno e metterli in una casseruola con un poco di brodo, cospargendoli di cacio parmigiano. Si facciano bollire sulla brace.

Voto 7 

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