Alla ricerca di Nemo
Wall-E
Se
mai ci fosse stato bisogno di una prova al riguardo,
alla Pixar
continuano imperterriti a stupire e con l'ultimo cartoon
fantascientifico della premiata
serie hanno messo a segno un vero e proprio capolavoro, ricco di citazioni
cinematografiche (piuttosto complesse, peraltro), commovente a più riprese,
capace di emozionare con la narrazione allo stato puro (la prima mezz'ora
praticamente è un film muto). Siamo in un profondo futuro in cui l'apocalittico
scenario della Terra, invasa dai rifiuti (triste realtà del presente), è stato
abbandonato in massa dall'umanità, beatamente parcheggiata nello spazio in una
comoda ed accessoriatissima astronave ad aspettare che la loro casa si rigeneri e persi in una consumistica obesità, del tutto
affidati alle macchine ed ormai incapaci di comunicare gli uni con gli altri
senza l’aiuto di uno schermo olografico. Nel frattempo sul nostro pianeta Wall-E, un piccolo robot
spazzino che compatta i rifiuti, ha continuato
instancabile la sua opera di pulitura, costruendo nei secoli altissimi
grattacieli di cubi metallici, sempre solo, ormai ossidato e pieno di pezzi di
ricambio, con l'unica compagnia di uno scarafaggio ed il suo hobby di
collezionare le cianfrusaglie capaci di incuriosirlo. Tutto cambia
quando dal cielo una sonda spaziale deposita sul pianeta la candida Eve,
una robot esploratrice ultramoderna di cui Wall-E pare innamorarsi
perdutamente: quando l'intrigante robottina riceve come presente dal protagonista
una piantina, realizza che sul pianeta c'è vita e dunque ritorna
istantaneamente alla base spaziale della razza umana per dare la notizia che
riporterà l'astronave a casa dopo sette lunghi secoli. Wall-E, con la caparbia di un
innamorato metallico la segue nel viaggio intergalattico. Ma
le cose vanno diversamente dal programma annunciato: gli umani sono diventati
apatici e il computer di bordo, memore dell'ultimo messaggio da Terra, che
avvisava che lo stato del pianeta era ormai insostenibile ed irrecuperabile, si
opporrà al protocollo del ritorno a casa per assicurare ai suoi passeggeri una
dorata sopravvivenza. Paradossalmente saranno proprio due robot capaci di
amarsi ad innescare negli umani il desiderio di ritrovarsi con un piccolo aiuto
da parte di un variopinto manipolo di automi ribelli.
Delizioso, commovente, talvolta poetico in modo quasi insostenibile, a tratti
straordinariamente esilarante con la sua capacità mimica di divertire con la cinesi allo stato puro, in modalità che Buster Keaton
certo avrebbe apprezzato. Non sarebbe stato da meno Stanley Kubrick, che
nel riscatto finale della razza umana è apertamente citato con la leggendaria
sequenza dell'evoluzione umana dalla preistoria al futuro: il mitico Leitmotiv
musicale di 2001:
Odissea nello spazio in Wall-E contrappunta al contrario il
momento in cui l'obeso capitano si rimette in piedi combattendo con la sua
obesità dopo una vita passata su una comoda sdraio
antigravitazionale senza nulla da fare. Davvero un capolavoro, con
molteplici livelli di lettura ma un unico neo: i destinatari privilegiati, i
bambini, probabilmente resteranno almeno in gran parte
esclusi dalla sua strabiliante bellezza finché raggiungeranno la
maggiore età...
Wall-E, regia di Andrew Stanton; animazione/fantascienza; U.S.A.; 2008; C.; dur. 1h e 37’
Voto
8½