Avete presente i simboli dell’infanzia per antonomasia? Beh, non solo sono reali ma anche piuttosto diversi da come i bambini credono secondo la tradizione: Babbo Natale, tanto per cominciare, è un nerboruto anziano pieno di tatuaggi che si fa
chiamare Nord, e vive appunto nella sua base segreta (ovviamente al Polo Nord)
circondato da Elfi e Yeti, realizzando opere fantastiche e sgranocchiando biscotti; la fata dei Dentini provvede a far trovare l’immancabile soldino al posto dei dentini infantili nascosti sotto i cuscini di tutto il
pianeta, con l’aiuto delle sue fatine, ovviamente; il coniglietto pasquale in realtà è alto quasi un metro e novanta, è armato di boomerang e si chiama Calmoniglio;
e poi c’è Sandman, l’omino di sabbia, il gentile e taciturno
architetto dei sogni dei bambini di tutto il pianeta. Sono i quattro guardiani
dell’infanzia, le quattro leggende che preservano la fantasia e la gioia
di tutti i bimbi che credono in loro, ma un giorno nel palazzo di Nord si riaffaccia Pitch Black, l’Uomo Nero, un’antica minaccia dei secoli bui in cui l’umanità era guidata dalla paura: l’entità che le quattro leggende avevano sconfitto a stento in un passato remoto è tornata più potente che mai e conta, grazie a un esercito di incubi, di scacciare i nostri eroi dal cuore dei bambini, che con la loro fede sono la stessa fonte dei poteri dei guardiani. Non resta che rivolgersi all’Uomo della Luna che, silenziosamente, indica come far fronte all’emergenza: ai quattro dovrà aggiungersi un quinto
guardiano, Jack
Frost, il brioso e disincantato spirito della neve e del ghiaccio. In realtà quest’ultimo non ha la minima intenzione di unirsi al gruppo, dato che da ben tre secoli rifugge ogni forma di lavoro: d’altra
parte Jack Frost vorrebbe più di ogni altra cosa essere visto dai bambini (nessuno può accorgersi della sua presenza) e scoprire le sue origini (infatti ignora il suo passato e la sua ragione d’essere),
così accetterà di dare una mano ai quattro guardiani nella speranza di capire quale sia il suo posto nel mondo. Poi, come spesso succede nelle fiabe, proprio nel momento più buio, l’argenteo protagonista
comprenderà il proprio centro, usandolo per ribaltare le sorti della storia in vista dell’immancabile happy ending. Le 5 leggende probabilmente
è il film più natalizio della stagione e rilegge in
modo davvero originale i miti infantili della tradizione nordica e anglosassone – che nel corso del XX secolo, grazie alla pubblicità
e alla globalizzazione, si sono diffusi in tutto il mondo –. L’efficacia del film, secondo consolidata tradizione DreamWorks, è riposta nei dettagli, sempre impeccabili e ricchi di fantasia. Per il resto,
sembra proprio una pellicola d’animazione concepita in laboratorio per intrigare i grandi e trascinare i piccoli: ricca d’azione, di sequenze altamente spettacolari (da segnalare in tal senso la sferragliante slitta di Nord e le evoluzioni acrobatiche di Jack Frost), di fantasia e immaginazione (memorabile in tal senso il chapliniano personaggio di Sandman), di tenerezza … ossessiva (Dentolina e le sue piccole fate) e di un pizzico di cool che
non guasta mai (il tostissimo Calmoniglio e l’energico Nord). Come avrete capito, i cinque protagonisti de Le 5 leggende sono narrativamente assai riusciti e funzionano fino all’ultimo
fotogramma. Da non perdere.
Le 5 leggende - Rise of the Guardians, regia di Peter Ramsey; animazione; U.S.A.; 2012; C.; dur. 90'
Voto
7 +
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