Ho affittato un killer
L'uomo senza passato
Miracolo a Le Havre
Lo
spunto di partenza de L’uomo
senza passato di Aki Kaurismäki sembra quasi una variazione sul tema
centrale de Il fu Mattia Pascal di Pirandello: un uomo approda ad Helsinki
presumibilmente in cerca di lavoro ma, appena arrivato, in un parco viene brutalmente
malmenato da tre delinquenti, che lo lasciano a terra esanime,
senza soldi né documenti. Trasportato in ospedale, nonostante i tentativi di
rianimazione, l’uomo pare destinato a morte sicura: a sorpresa torna invece
alla vita, una vita del tutto nuova perché, in seguito ai postumi
dell’aggressione subita, non ricorda assolutamente nulla del proprio passato.
Senza un soldo in tasca, il protagonista finisce in modo inevitabile nel milieu
portuale intorno al quale orbitano i barboni della capitale finlandese e, per
il buon cuore di uno strano poliziotto, si sistema in un container abbandonato:
nonostante ignori i propri dati anagrafici, l’uomo, indefesso tobagista, si accorge di conoscere il mestiere di saldatore, e riesce a guadagnare qualcosa cominciando a sbrigare qualche lavoretto per l'esercito della salvezza. Con
insospettabile determinazione, lottando contro una burocrazia che non lo
riconosce, l’uomo progressivamente riuscirà a risalire la china ed a
riappropriarsi della dignità perduta, trovando al contempo l’amore di una
generosa volontaria dell’esercito della salvezza. In contrasto col titolo,
l’identità perduta del protagonista tornerà infine a bussare alla porta: ma l’uomo senza passato
ascolterà dalla voce della moglie il resoconto della sua vita dimenticata come
un racconto che non lo riguarda, non gli appartiene, non ha più niente in
comune con l’uomo che è diventato. Perfetta esemplificazione del cinema di
Kaurismäki – gran parte delle cui pellicole sono interpretate da personaggi
anomini, disadattati, indesiderabili e reietti della società – L’uomo senza
passato è un film
ironicamente malinconico, liricamente umoristico, teneramente essenziale, privo
di buonismi di sorta, intrinsecamente etico, coloratissimo, punteggiato da dialoghi a tratti surreali e contrappuntato da una deliziosa colonna sonora di marca blues rock. Chicca indiscussa e summa dell'anarchia latente nella storia è la rapina in banca di un imprenditore fallito (e fortemente frodato) che ripartirà equamente la somma rubata tra gli operai che è stato costretto a licenziare. A Cannes 2002 l’ultima
fatica di Kaurismäki si è aggiudicata il Gran Prix della Giuria ed il premio
per la migliore attrice, assegnato a Kati Outinen, già musa del regista
finlandese in molti dei suoi film.
L'uomo senza passato - Mies vailla menneisyyttä, regia di Aki Kaurismäki, con Markku Peltola, Kati Outinen, Annikki Tähti, Juhani Niemelä; commedia; Finl./Germ./Fran.; 2002; C.; dur. 1h e 37'
Voto
7½
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