Fari puntati sull’Europa centro-orientale per
il Trieste Film Festival che
tiene la sua XXIII edizione, dal 19 al 25
gennaio 2012. La rassegna diretta da Annamaria Percavassi, propone al Teatro Miela e al cinema Ariston un programma che abbina concorsi internazionali a omaggi, retrospettive, incontri.
Il festival si inaugura con
Majki (Madri / Mothers) di Milcho Manchevski (autore di Before the Rain, Leone d’Oro a
Venezia nel ’94 e nomination all’Oscar), che il 21 gennaio tiene a Trieste un masterclass. Ci preme sottolineare che il Trieste Film Festival, in collaborazione con l’Associazione Corso Salani, assegna il Premio Corso Salani,
istituito in memoria
dell’illuminato attore e regista scomparso nel giugno 2010. In lizza quest’anno i 5 filmmaker indipendenti finalisti: Caterina Gueli con La Fabril, Massimo D’Anolfi e
Martina Parenti con Materia Oscura, Stefano Cattini con L’ora Blu, Francesco Ferri, Mattia Colombo e Alessandra Locatelli
con Il Passo e Alberto Fasulo con Tir – Corridoio 5, che saranno presentati il 25 gennaio in una sessione aperta al pubblico del
festival. Al vincitore 10.000 euro.
I segnali di tendenza più originali
provenienti dai paesi dell’Europa centro-orientale vengono documentati e interpretati dalle 3 sezioni competitive del festival. In anteprima italiana nel Concorso Internazionale Lungometraggi The Loneliest Planet di Julia Loktev, Loverboy di Cătălin Mitulescu (esponente di spicco della nuova onda della
cinematografia rumena), Adikos Kosmos
(Mondo ingiusto / Unfair World) di Filippos Tsitos, Elena di Andrej Zvjagincev, Izlet (Un viaggio / A Trip) di Nejc Gazvoda. Fra i 17 cortometraggi selezionati a concorrere per il
Premio Mediterraneo segnaliamo Apele Tac di Anca Miruna Lăzărescu, Finale
dell’ungherese Balász Simonyi e L’estate
Che Non Viene di Pasquale Marino, già in concorso all’ultimo festival di
Cannes.
Anche quest’anno, si aggiunge inoltre una selezione non-competitiva di 11 cortometraggi di animazione provenienti dai paesi
dell’Europa Centro-Orientale.
C’è grande attesa Odcházení (Partire / Leaving), il film dello scomparso Václav Havel
che chiude in bellezza il festival, il 25 gennaio. Tratto dall’omonima pièce
teatrale (che Havel aveva iniziato a scrivere
nell’estate del 1989, prima dei rivolgimenti politici che lo portarono alla
Presidenza della Repubblica Ceca), Odcházení è
l’esordio alla regia cinematografica del geniale drammaturgo e politico e
racconta in chiave tragicomica la storia di un anziano signore che ha occupato
a lungo la poltrona di Cancelliere che, una volta esautorato, non accetta
serenamente la nuova situazione.
Il Concorso Internazionale Documentari, curato da Fabrizio Grosoli, propone 18
film, tutti in anteprima nazionale, provenienti dalle nazioni che fanno parte
delle aree tradizionalmente investigate dal Festival. Tra questi Ivan &
Ivana dell’americano Jeff Silva, Naša Gazeta (Il nostro giornale / Our Newspaper) di Eline Flipse, The Boy Who Was A King di
Andrej Paounov, Şcoala
Noastră (La nostra scuola / Our
School) di Mona Nicoară e Miruna Coca-Cozma, Aleksandrinke (Le donne di Alessandria / The Alexandrians) di Metod Pevec, Anna Pavlova Lebt In Berlin (Anna Pavlova vive a
Berlino / Anna Pavlova lives
in Berlin) di Theo Solnik. Sempre
a cura di Fabrizio Grosoli è l’omaggio alla Wajda School, la nouvelle vague di documentaristi polacchi che deve moltissimo al più grande cineasta polacco di sempre, Andrzej Wajda, classe 1926, e alla scuola di cinema che prende il suo nome e che nasce 10 anni fa con il
semplice -ma quasi rivoluzionario- intento di puntare sullo sviluppo dei progetti più interessanti che i filmmaker portano
alla Scuola come bagaglio creativo personale. La retrospettiva Il Caos Come Visione Del Mondo, curata da Federico Rossin, è dedicata a Grzegorz Królikiewicz, forse
il regista più sorprendente e misconosciuto del cinema polacco. A Królikiewicz è dedicato il primo volume di una nuova collana di cinema, I Quaderni Di Trieste Film Festival, edita dalla Beit, casa editrice di Trieste che focalizza le sue scelte editoriali su temi inerenti storia, cultura e letteratura dell’Europa centro-orientale. Il libro (“Grzegorz
Królikiewicz. Un maestro del
cinema polacco”) curato, come la rassegna, da Federico Rossin sarà presentato sabato 21 gennaio al Caffè Tommaseo.
Muri Del Suono, lo spazio curato da Giovanna Tinunin che il festival dedica ai film a tematica
musicale, propone quest’anno Freakbeat di Luca
Pastore (un road-movie alla ricerca del Sacro Graal del Beat italiano) e Bijelo Dugme di Igor Stoimenov, dedicato alla band rock più famosa dell’ex Jugoslavia.
182 progetti ricevuti da 29 nazioni europee, oltre 150 professionisti dell’audiovisivo provenienti da tutta
Europa animano When East Meets West (19-20 gennaio) l’appuntamento triestino con il meeting di coproduzione
organizzato dal Fondo per l’Audiovisivo del FVG insieme al Trieste Film
Festival, in collaborazione con Eave, Eurimages, Cei (Central European Iniative), Antenna Media
Torino, Cineuropa, e Consorzio Collio
Carso. Il nuovo sito interamente dedicato al progetto è www.wemw.it. La quarta edizione del progetto Eastweek, curato da Elena Giuffrida,
rinnova il suo impegno con le Scuole e le Accademie di Cinema dell’Europa
centro-orientale, portando a Trieste una ventina di giovani registi, produttori
e sceneggiatori e dando loro l’occasione di partecipare, oltre che al festival,
ad incontri, seminari e proiezioni speciali.
Per non farsi mancare nulla e per intrigare il pubblico, il Trieste Film Festival propone fra gli eventi speciali la serata “XXX rated” di sabato 21 gennaio con la proiezione di Dad Made Dirty Movies (Papà faceva film
‘sporchi’) di Jordan Todorov e Orgy Of The Dead (L’orgia dei morti), del 1965, di Stephen C. Apostolof, uno dei più famosi registi di cinema erotico degli Stati Uniti, unanimemente
riconosciuto come il re del genere sexploitation.
Un altro evento speciale, il 25 gennaio, è dedicato alla Giornata della Memoria e vede la proiezione, in anteprima, del
documentario Holtak Országa (Il paese dei morti) di Sándor Lász e Róbert Kollár, alla presenza dei registi e di Annamaria Háberman.
A completare l’edizione 2012 la sezione Zone Di Cinema, destinata ad ospitare i più interessanti
esempi della produzione cinematografica strettamente collegata al territorio e
a dare spazio e visibilità alla produzione locale e ai molteplici fermenti che
la caratterizzano; realizzata con il sostegno della Provincia di Trieste,
attribuirà il Premio Zone di Cinema per l’opera ritenuta migliore dal pubblico.
Voto
8
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