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  26/04/2024 - 22:46

 

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Trieste Film Festival
XXIII edizione
Fari puntati sull’Europa centro-orientale. Concorsi internazionali, omaggi, retrospettive, incontri e anteprime. Premio Corso Salani e grande attesa per la proiezione di Odcházení (Partire / Leaving), il film dello scomparso Václav Havel che chiude in bellezza il festival
Dal 19 al 25 gennaio 2012 a Trieste

 




                     di Giovanni Ballerini


Fari puntati sull’Europa centro-orientale per il Trieste Film Festival che tiene la sua XXIII edizione, dal 19 al 25 gennaio 2012. La rassegna diretta da Annamaria Percavassi, propone al Teatro Miela e al cinema Ariston un programma che abbina concorsi internazionali a omaggi, retrospettive, incontri. Il festival si inaugura con Majki (Madri / Mothers) di Milcho Manchevski (autore di Before the Rain, Leone d’Oro a Venezia nel ’94 e nomination all’Oscar), che il 21 gennaio tiene a Trieste un masterclass. Ci preme sottolineare che il Trieste Film Festival, in collaborazione con l’Associazione Corso Salani, assegna il Premio Corso Salani, istituito in memoria dell’illuminato attore e regista scomparso nel giugno 2010. In lizza quest’anno i 5 filmmaker indipendenti finalisti: Caterina Gueli con La Fabril, Massimo D’Anolfi e Martina Parenti con Materia Oscura, Stefano Cattini con L’ora Blu, Francesco Ferri, Mattia Colombo e Alessandra Locatelli con Il Passo e Alberto Fasulo con Tir – Corridoio 5, che saranno presentati il 25 gennaio in una sessione aperta al pubblico del festival. Al vincitore 10.000 euro.
I segnali di tendenza più originali provenienti dai paesi dell’Europa centro-orientale vengono documentati e interpretati dalle 3 sezioni competitive del festival. In anteprima italiana nel Concorso Internazionale Lungometraggi The Loneliest Planet di Julia Loktev, Loverboy di Cătălin Mitulescu (esponente di spicco della nuova onda della cinematografia rumena), Adikos Kosmos (Mondo ingiusto / Unfair World) di Filippos Tsitos, Elena di Andrej Zvjagincev, Izlet (Un viaggio / A Trip) di Nejc Gazvoda. Fra i 17 cortometraggi selezionati a concorrere per il Premio Mediterraneo segnaliamo Apele Tac di Anca Miruna Lăzărescu, Finale dell’ungherese Balász Simonyi e L’estate Che Non Viene di Pasquale Marino, già in concorso all’ultimo festival di Cannes.
Anche quest’anno, si aggiunge inoltre una selezione non-competitiva di 11 cortometraggi di animazione provenienti dai paesi dell’Europa Centro-Orientale.
C’è grande attesa Odcházení (Partire / Leaving), il film dello scomparso Václav Havel che chiude in bellezza il festival, il 25 gennaio. Tratto dall’omonima pièce teatrale (che Havel aveva iniziato a scrivere nell’estate del 1989, prima dei rivolgimenti politici che lo portarono alla Presidenza della Repubblica Ceca), Odcházení è l’esordio alla regia cinematografica del geniale drammaturgo e politico e racconta in chiave tragicomica la storia di un anziano signore che ha occupato a lungo la poltrona di Cancelliere che, una volta esautorato, non accetta serenamente la nuova situazione.
Il Concorso Internazionale Documentari, curato da Fabrizio Grosoli, propone 18 film, tutti in anteprima nazionale, provenienti dalle nazioni che fanno parte delle aree tradizionalmente investigate dal Festival. Tra questi Ivan & Ivana dell’americano Jeff Silva, Naša Gazeta (Il nostro giornale / Our Newspaper) di Eline Flipse, The Boy Who Was A King di Andrej Paounov, Şcoala Noastră (La nostra scuola / Our School) di Mona Nicoară e Miruna Coca-Cozma, Aleksandrinke (Le donne di Alessandria / The Alexandrians) di Metod Pevec, Anna Pavlova Lebt In Berlin (Anna Pavlova vive a Berlino / Anna Pavlova lives in Berlin) di Theo Solnik. Sempre a cura di Fabrizio Grosoli è l’omaggio alla Wajda School, la nouvelle vague di documentaristi polacchi che deve moltissimo al più grande cineasta polacco di sempre, Andrzej Wajda, classe 1926, e alla scuola di cinema che prende il suo nome e che nasce 10 anni fa con il semplice -ma quasi rivoluzionario- intento di puntare sullo sviluppo dei progetti più interessanti che i filmmaker portano alla Scuola come bagaglio creativo personale. La retrospettiva Il Caos Come Visione Del Mondo, curata da Federico Rossin, è dedicata a Grzegorz Królikiewicz, forse il regista più sorprendente e misconosciuto del cinema polacco. A Królikiewicz è dedicato il primo volume di una nuova collana di cinema, I Quaderni Di Trieste Film Festival, edita dalla Beit, casa editrice di Trieste che focalizza le sue scelte editoriali su temi inerenti storia, cultura e letteratura dell’Europa centro-orientale. Il libro (“Grzegorz Królikiewicz. Un maestro del cinema polacco”) curato, come la rassegna, da Federico Rossin sarà presentato sabato 21 gennaio al Caffè Tommaseo.
Muri Del Suono, lo spazio curato da Giovanna Tinunin che il festival dedica ai film a tematica musicale, propone quest’anno Freakbeat di Luca Pastore (un road-movie alla ricerca del Sacro Graal del Beat italiano) e Bijelo Dugme di Igor Stoimenov, dedicato alla band rock più famosa dell’ex Jugoslavia.
182 progetti ricevuti da 29 nazioni europee, oltre 150 professionisti dell’audiovisivo provenienti da tutta Europa animano When East Meets West (19-20 gennaio) l’appuntamento triestino con il meeting di coproduzione organizzato dal Fondo per l’Audiovisivo del FVG insieme al Trieste Film Festival, in collaborazione con Eave, Eurimages, Cei (Central European Iniative), Antenna Media Torino, Cineuropa, e Consorzio Collio Carso. Il nuovo sito interamente dedicato al progetto è www.wemw.it. La quarta edizione del progetto Eastweek, curato da Elena Giuffrida, rinnova il suo impegno con le Scuole e le Accademie di Cinema dell’Europa centro-orientale, portando a Trieste una ventina di giovani registi, produttori e sceneggiatori e dando loro l’occasione di partecipare, oltre che al festival, ad incontri, seminari e proiezioni speciali.
Per non farsi mancare nulla e per intrigare il pubblico, il Trieste Film Festival propone fra gli eventi speciali la serata “XXX rated” di sabato 21 gennaio con la proiezione di Dad Made Dirty Movies (Papà faceva film ‘sporchi’) di Jordan Todorov e Orgy Of The Dead (L’orgia dei morti), del 1965, di Stephen C. Apostolof, uno dei più famosi registi di cinema erotico degli Stati Uniti, unanimemente riconosciuto come il re del genere sexploitation.
Un altro evento speciale, il 25 gennaio, è dedicato alla Giornata della Memoria e vede la proiezione, in anteprima, del documentario Holtak Országa (Il paese dei morti) di Sándor Lász e Róbert Kollár, alla presenza dei registi e di Annamaria Háberman.
A completare l’edizione 2012 la sezione Zone Di Cinema, destinata ad ospitare i più interessanti esempi della produzione cinematografica strettamente collegata al territorio e a dare spazio e visibilità alla produzione locale e ai molteplici fermenti che la caratterizzano; realizzata con il sostegno della Provincia di Trieste, attribuirà il Premio Zone di Cinema per l’opera ritenuta migliore dal pubblico.

Voto 8 

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