Wonderland
Cose di questo mondo
Codice 46
The Killer Inside Me
Dal
campo profughi di Shamshatoo a Quetta, poi in camion verso Tartan, quindi
diretti alla volta dell’Iran, fermati dall’esercito e rimandati in Pakistan, ancora bloccati a Teheran, poi in
marcia tra le montagne fino ad Istanbul, in seguito diretti a Trieste via
traghetto (chiusi ermeticamente nel cassone oscuro e soffocante di un camion),
quindi in treno fino a Sangatte, sulla costa francese davanti all’Inghilterra,
prima dello spostamento finale alla volta di Londra, nascosti tra le ruote di
un Tir, percorrendo il tunnel sotto la Manica. Il tutto passando per un
itinerario di privazioni davvero fuori dal mondo, incredibile quanto, al
contrario, realistico: è l’odissea tra documentario e fiction
(pochissima) realizzata dal regista inglese Michael Winterbottom
in Cose di questo mondo, raro esempio di titolo italiano che migliora il
senso dell’originale In this world, premiato con un meritatissimo Orso
d’Oro al Festival di Berlino 2003.
L’ultimo film
dell’autore di Benvenuti a Sarajevo, interpretato da attori non
professionisti, girato rigorosamente con telecamera digitale a mano (centinaia
di ore condensate in novanta minuti pesantissimi, allucinanti e sottotitolati),
racconta l’itinerante via crucis del piccolo Jamal e del giovane Enayat,
due profughi pakistani disposti a
tutto per il sogno di una vita dignitosa a Londra, nel dorato Occidente che
continua ad attirare clandestini per la malcelata promessa di un futuro
possibile, di un’esistenza ‘normale’, o quanto meno diversa dall’unica conosciuta.
Il viaggio, organizzato dai genitori dei due protagonisti per strapparli ad una
vita senza prospettive, avverrà rigorosamente via terra, oneroso ma più a buon
mercato di un biglietto aereo, più lungo ed assai più pericoloso, dato che le
vite dei due viandanti per tutta la drammatica traversata saranno nelle mani di
trafficanti d’uomini spesso senza scrupoli. Non a caso per uno dei due
protagonisti il viaggio riserverà un tragico arresto di marcia. On the road dal
Pakistan fino a Londra Cose di questo
mondo racconta un impressionante documento di vita ai margini
dell’imperante globalizzazione
- peraltro concepito prima del dramma dell’11 settembre 2001, che
ha ampliato a dismisura le già ragguardevoli difficoltà burocratiche e
logistiche in fase di produzione –, in grado di offrire ampio materiale di
riflessione sull’organizzazione di un pianeta diviso tra nazioni ricche (troppo
ricche) e nazioni povere (troppo povere). In simile contesto le scarne
titolazioni geografiche che contrappuntano il cammino dei due giovani profughi
equivalgono alle tappe di un drammatico calvario per sottrarsi ad un destino
predeterminato e senza sbocchi. Un film bellissimo, sicuramente
affannoso da guardare, ma la cui visione innesca in circolo sani germi di
giustizia sociale.
Cose di questo mondo - In this world, regia di Michael Winterbottom, con Jamal Udin Torabi, Enayatullah; documentario; Gran Bretagna; 2002; C.; dur. 1h e 30'
Voto
8
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