La 25a ora
Lei mi odia
Inside man

Dopo il poco ispirato Lei mi odia Spike Lee è tornato dietro la macchina da presa per dirigere Inside man, il classico thriller ad orologeria con implacabile finale a sorpresa, nobilitato da un cast di attori di primo piano, tra i quali Jodie Foster, Clive Owen, Willem Dafoe ed il grande Denzel Washington, giunto ormai al quarto film insieme al regista di Malcolm X, con il quale non collaborava dai tempi di He got game. Con un attacco ex abrupto che ritroveremo più avanti scopriamo di trovarci a New York, ai giorni nostri: in una vecchia e solida banca della Grande Mela, la Manhattan Trust Bank, irrompono quattro rapinatori supervisionati da Dalton Russell, uno che ha studiato per bene il manuale del colpo perfetto ed ha deciso di farne uno sia per soldi che per sfida intellettuale. Con una strategia essenziale da far invidia alla Cia i criminali prendono in ostaggio le decine di clienti presenti nell’agenzia attuando un modus operandi davvero atipico e curioso. Fuori dalla banca una squadra di negoziatori sta cercando di gestire la cosa e tra loro c’è il detective Keith Frazier, uno sbirro onesto in un arduo momento di stallo esistenziale, con un’infamante accusa di corruzione che gli aleggia minacciosa sulla testa innocente. E intanto in un grattacielo di Wall Street il proprietario della banca sotto rapina, un facoltoso affarista-filantropo, ha appena assuntoun’avvocatessa specializzata in negoziazioni scottanti per rientrare in possesso di qualcosa di molto compromettente che sta rinchiuso da anni proprio in una cassetta di sicurezza della Manhattan Trust Bank. Quando ci sembrerà di aver capito tutto senza riuscire a spiegarci la logica della storia, Spike Lee troverà il modo per mostrarci con logica ineccepibile che in fondo non avevamo capito granché – ammiccando con grande classe al finale de I soliti sospetti – e magari non eravamo neppure riusciti a giusticare il titolo – che equivale più o meno a l’infiltrato –. Spezzando le linee narrative con continui flashforwards, Lee segue le varie trame concentriche di Inside man tenendo sempre alta la suspense, raccontandoci la storia con un montaggio serrato ed impeccabile, senza trascurare riferimenti illustri al genere poliziesco – in particolare Quel pomeriggio di un giorno da cani, citato direttamente, e Serpico – ed occasionali citazioni al suo cinema recente – in particolare la New York già tratteggiata ne La 25a ora, protagonista sommersa anche di questo thriller solido, serrato ed inesorabile. C’è anche una bella stilettata attualizzante diretta a 50 Cent ed ai controvalori dei gangstarappers. Imperdibile.

Voto 8