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L'arte di Claude Chabrol
A tu per tu con Claude Chabrol ed Isabelle Huppert, regista e protagonista di Merci pour le chocolat
Festival di Venezia 2001

 




                     di Luca Rotella


Claude Chabrol e Isabelle Huppert parlano del film
Merci pour le chocolat


Il coro è unanime, " Merci pour le chocolate" (Nightcap) di Claude Chabrol è sicuramente, per la stampa, il film, finora presentato, più bello di questa edizione della Mostra del Cinema. Chabrol presente al Festival, in qualità di giurato, in conferenza Stampa mostra la stessa aria sorniona e l'ironia pungente di Hitchcock. Alla domanda sul perché il film non sia in concorso risponde: "il direttore Barbera mi aveva chiesto di far competere il mio film. Giunto a questa età non mi divertono più i concorsi. Così ho preferito il ruolo di membro della Giuria , in modo da poter restare al Lido di Venezia, dodici giorni anziché tre. A proposito di "Merci pour la chocolade" dice Chabrol: "la perversità è uno dei temi principali del film. Spinge chi se ne serve (o chi ne è vittima) a un certo tipo di solipsismo che mi ha portato a mostrarne delle varianti, come, per esempio, quella del musicista, dalle conseguenze infinitamente meno negative, ma ugualmente reali. Ho cercato di raccontare questa idea attraverso il progressivo disfacimento delle certezze più solide della nostra società: i figli, e quindi la famiglia. L'idea di fondo è di far comprendere, o comunque percepire, che tutte le sicurezze, a mano a mano che la storia prosegue, letteralmente, si dissolvono. La cioccolata, usata nel titolo, per me rappresenta l'involucro, la superficie zuccherina di un'esistenza che nasconde forti atrocità e verità. Accanto al maestro quella che lui definisce una fonte di inesauribile talento: Isabelle Huppert, oramai sua musa ispiratrice. "Adoro Isabelle e sono affascinato soprattutto dal rapporto che lega le donne al mistero. Le donne ­ dice schietto ­ uccidono meglio, in maniera più raffinata".

Isabelle Huppert, la dark lady, fasciata un abito verde smeraldo e presente alla Mostra del Cinema con due film, oltre all'ultima opera di Chabrol anche in "Fils de deux mères" di Raul Ruiz ,tratto dal romanzo del nostro Massimo Bontempelli, l'attrice se la ride e si sente ben protetta dal suo Pigmalione e maestro Chabrol. Mika Muller, il personaggio che interpreto nel film di Chabrol, mi ha affascinato sin dall'inizio per le sue molte sfaccettature ed ambiguità. Si muove costantemente, in bilico tra bene e male, in balia della sua perversione. L'elegantissima attrice francese, una fra le più rispettate e richieste nel suo paese, dice di non trovare molte analogie tra il film di Chabrol e di Ruiz, che secondo alcuni, muovendosi nella direzione dell'origine della famiglia, avrebbero molti punti in comune.

INTERPRETI: Isabelle Huppert (Mika Muller-Polonski), Jacques Dutronc (André Polonski), Anna Mouglalis (Jeanne Pollet), Rodolphe Pauly (Guillaume Polonski), Brigitte Catillon (Louise Pollet), Michel Robin (Dufreigne), Distribuzione MK2 S.A, Mikado (per l'Italia

Voto 8 alla disponibilitā 

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