Casino Royale
007 Il domani non muore mai
Il mondo non basta
La morte può attendere
Pierce Brosnan

Può cadere da una mongolfiera cavandosela giusto con una costola rotta, sfuggire con gli sci ad una manciata di sicari aviotrasportati, gli basta guardare una donna per sedurla ma, a volerlo corrompere, il mondo non basta. E' Bond, James Bond, il miglior elemento (davvero inossidabile) dei Servizi segreti britannici, l'uomo che beve Vodka Martini (al solito) agitato non mescolato e che fa sempre tutto ciò che il suo pubblico si aspetterebbe da lui: sopravvivere, vincere e sedurre, non necessariamente in quest'ordine. Non fa eccezione neanche Il mondo non basta, diciannovesimo episodio della serie sul grande schermo, uno stringente film di spionaggio, secondo copione, ravvivato da efficaci spunti da pellicola d'azione, con buoni effetti speciali, ma non troppi. Bond sa sempre cosa fare ed ha sempre tutto sotto controllo, anche se a un certo punto della storia deve ammettere, con buona dose d'ironia, di non capire affatto cosa sta succedendo intorno a lui: poco dopo comprenderà che il suo rapporto d'amore con la bella Elektra King è divenuto senz'altro "plutonico". Tutto inizia a Londra con un attentato ai danni del magnate del petrolio Sir Arthur King: ne è autore Renard, ex mercenario, cattivo a tutto tondo e con un proiettile conficcato in testa. Bond è presto incaricato di proteggere la bella figlia di King, Elektra, e il suo nuovo condotto petrolifero in costruzione sul Mar Caspio: una missione con risvolti piacevoli sul versante erotico, ma destinata ben presto a riservare non poche sorprese all'ormai mitico agente segreto al servizio di Sua Maestà. Apted dirige un film di genere su un'indiscussa icona cinematografica obbedendo a tutte le regole canoniche imposte sia dal genere che dal personaggio creato da Ian Fleming di veramente nuovo c'è soltanto John Cleese scelto come assistente pasticcione per il vecchio M, il mago dei gadgets bondiani, oltre a Maria Grazia Cucinotta nei panni di una killer protagonista del prologo, e l'omonimo Leitmotiv del film, interpretato dai Garbage. Brosnan, alla sua terza avventura consecutiva, si conferma il più credibile e degno successore di Sean Connery .