Casino Royale
007 Il domani non muore mai
Il mondo non basta
La morte può attendere
Pierce Brosnan
Si può discutere un Bond ?
No.Tanto autosufficiente, autoreferenziale, a se bastante è il mondo dell'agente segreto, quanto
inutile è applicare una qualsivoglia categoria critica. Così, approcciare il
diciannovesimo film della serie, Il mondo non è abbastanza, è piuttosto facile.
All'appuntamento con il Duemila 007 si presenta sull'attenti, con una complessa vicenda di
petrolio e terrorismo internazionale. Un buon Bond di seconda fascia, considerandosi di
prima gli inarrivabili modelli conneriani. Trama più solida che in altre recenti
occasioni, obiettivo puntato sugli attori. Brosnan conferma di
essere quantomeno degno dei gloriosi predecessori. ma a destare un certo interesse sono Robert Carlyle, cattivissimo terrorista
slavo con oggetto estraneo nel cervello (al pari del mefitico Christopher Lee ne L'uomo
dalla pistola d'oro), e udite udite Sophie Marceau, che a dispetto di un
nome da motocicletta americana (Elektra King) è una bondgirl di tutto rispetto,
equamente divisa tra bene e male, tra seduzione e perversione. Riscatto di tanti film
scialbi per la signorina Vic del Tempo delle mele. Ininfluente l'apporto di Denise Richards,
bella ma impossibile, c'è da registrare il ritorno, trentacinque anni dopo Daniela
Bianchi e Dalla Russia con amore, il ritorno di un'attrice italiana. Cucinotta
nostra guadagna l'abituale prologo: il suo tentativo di provocare la dipartita di
Bond fallisce, ma la presenza scenica è assicurata. Gente che va, gente che viene. Mentre
Judi Dench, la Regina Elisabetta di Shakespeare
in love, è per la terza volta la (non più) adorante segretaria Moneypenny, non
vedremo più il simpatico Q, geniale inventore delle armi segrete di 007, interpretato
dall'attore Desmond Llewelyn. In
vista di un pensionamento, ne Il mondo non è abbastanza gli viene
affiancato John Cleese dei Monthy
Python (chiamato, con umorismo tipicamente britannico, R). Poi Llewelyn è rimasto ucciso
in un incidente stradale. Ci piace immaginarlo sacrificato al dolore di non essere più al
segreto servizio di Sua Maestà. Paradossalmente, più avanza la tecnica e più i film di Bond abbandonano la mania del gadget hi-tech a tutti i costi.007 preferisce il
turismo culturale, visitando a suo modo il Museo d'arte contemporanea Guggenheim di Bilbao
e l'ancor non inaugurato all'epoca delle riprese Millennium Dome. Dimenticavamo, dirige
Michael Apted, quello di Gorky Park, per quanto può contare il regista in un bond-movie.
Un piccolo appunto di carattere generale ? Fra tutti i personaggi mitici del cinema, Bond
è quello che più soffre della mania del "politicamente corretto". Ha subito
l'amputazione di tutti i suoi vizi, a cominciare dal fumo. Resiste il Martini come ultimo
baluardo al fascino di una figura che dei vizi faceva una questione di classe. Le donne
gli sottraggono il pallino dell'azione, e nel Mondo non è abbastanza la sottomissione
di Brosnan alla Marceau è sin
troppo evidente. Chi ci restituirà l'implacabile tombeur de femmes che
aspetta Honey Rider sulla spiaggia, per presentarsi con la formula di rito ? Sarà un
oltraggio alle pari opportunità: ma, almeno al cinema, lasciamo alla cassa i
decreti-legge.
Voto
7