Roma
finalmente ha il suo museo d’arte contemporanea.
Può sembrare un evento d’ordinaria amministrazione,
dietro di se’ l’apertura del MACRO
ha invece una valenza ed una portata straordinarie.
Ufficialmente inaugurato l’11 ottobre 2002, il nuovo museo occupa parte dell’ex Stabilimento della Birreria Peroni,
in Via Reggio Emilia 54, negli spazi
precedentemente occupati dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna.
Il nome stesso racchiude tutta l’eccezionale
importanza dell’evento. MACRO, sebbene sia semplicemente l’acronimo di MUSEO – D’ARTE CONTEMPORANEA – DI ROMA, immediatamente sono
evidenti gli elementi salienti degli intenti e degli obiettivi prefissati,
anche se è difficile raccontare in maniera univoca e specialmente sintetica,
tutto quello che è il MACRO,
perché è questo ma è anche altro.
E’ a Roma,
ma vuole inserirsi in un contesto internazionale e riportare la capitale ad una
centralità per l’Arte Contemporanea.
E’ un Museo,
ma vuole essere un Officina-Laboratorio per gli artisti.
E’ “un’ipotesi di collezione” di opere, ma vuole essere al
contempo la vetrina per quegli artisti che sperimentano nuovi linguaggi o che
si affacciano sul panorama dell’arte.
E’ mostre, ma anche conferenze (prenderanno inizio
il 25 ottobre alle ore 18.30 con Harald Szeemann),
master, formazione, didattica.
E’ soprattutto uno spazio stabile, istituzionale,
non più come in passato in collaborazione con altri enti o associazioni ed in
spazi di fortuna.
E’ dedicato alle arti visive, ma sarà anche uno
spazio per la musica, il teatro, la danza, la letteratura ed il cinema – per
quest’ultimo è previsto un mini-festival dedicato ai promo ed ai trailers
cinematografici.
E’ quello che molti studiosi o storici o critici o
semplicemente appassionati di arte, hanno sempre auspicato: un dialogo a
360°.
Evento straordinario anche per molti altri motivi. Roma da troppo tempo, adagiandosi sui
suoi antichi fasti, si era tagliata un po’ fuori da tutti quei fermenti e
mutamenti che invece caratterizzavano non solo le grandi città europee e non,
come New York, Berlino, Londra, ma anche altre città italiane,
come Milano, Torino.
Condizionata e frenata dal suo passato classico, alla fine si era come
“provincializzata”, “impantanata”. Ma un certo ridestarsi dal torpore da parte
delle gallerie e soprattutto da parte delle istituzioni pubbliche, nonché,
fatto ancor più importante, da parte degli artisti stessi che coraggiosamente,
anziché scegliere quelle città “facili” o comunque conclamate come centri
attivi dell’arte contemporanea, hanno preferito Roma. Tutti loro hanno invertito
la tendenza. E l’apertura del MACRO
sembra aprire e suggellare questa nuova “epifania”.
Straordinario per le dimensioni. Circa 10.000 mq con
in più 6.400 mq di parcheggio. Così si presenterà, infatti, a lavori conclusi,
presumibilmente nel 2005, che seguiranno il progetto dell’architetto
francese Odile Decq, vincitrice
del concorso nel 1998. Dimensioni già notevoli, cui però non bisogna
dimenticare di aggiungere anche gli altri 3.000 mq dei due padiglioni nell’ex Mattatoio
nel quartiere Testaccio, che costituiscono la seconda sede espositiva del MACRO. Situati in un quartiere
popoloso e popolare, caratterizzato dalla presenza di numerosi locali e
pertanto frequentato soprattutto da giovani, l’orario di apertura dei due
padiglioni tiene conto di tutto ciò ed, infatti, sono aperti dalle ore 16.00
alle ore 24.00. Infine non bisogna dimenticare il terzo polo espositivo che è
la Galleria Comunale d’Arte
Contemporanea, nel Convento delle Carmelitane, in Via Francesco Crispi.
Nonostante appaia marginale, se non addirittura un doppione, in realtà la
Galleria completa il quadro, perché nei suoi spazi è esposta la “collezione
storica”, ovvero le opere di fine ‘800 e inizi ‘900.
Straordinario, e fors’anche un tantino ambizioso, è
anche il progetto nella sua interezza. Sarà principalmente museo, spazio
espositivo, ma numerose attività parallele e complementari affiancheranno
quella museale, quali conferenze, seminari, studio e ricerca. Ovvero,
un’aggiornata biblioteca e mediateca, nonché sede del “Master per Curatori di Arte e Architettura Contemporanea” deputano
il MACRO come luogo per
eccellenza di studio. Il Master, organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
e che prenderà avvio a dicembre 2002, vanta tra i docenti alcuni dei
protagonisti della cultura italiana, quali Achille
Bonito Oliva, Danilo
Eccher, per citare alcuni nomi. Anche luogo di ricerca, ma su un doppio
binario: quella condotta dagli studiosi e quella condotta dagli stessi artisti.
E’ a quest’ultimi che sarà offerta la possibilità di sperimentare il proprio
linguaggio e la propria ricerca in un’officina-laboratorio a tal fine
allestita. Diventerà così un luogo d’incontro, un punto di riferimento per
l’arte contemporanea “locale” e internazionale e un osservatorio.