C'è chi ha un talento naturale per entrare nel mondo dello spettacolo. E c'è chi spera con tutte le sue forze di prendervi parte. Operazione trionfo, il nuovo reality show di Italia 1 ( e che Stream tv manda in onda 24 ore su 24) è la catapulta ideale per aspiranti cantanti che sognano di consacrare la loro vita al fascino indiscusso di una carriera musicale ricca di soddisfazioni, e per tanto si servono del mezzo televisivo capace di dare loro consensi e popolarità.
In realtà la formula non si discosta troppo ( nonostante gli sforzi degli autori) da qualcosa di già visto in tv: per chi ha avuto modo di seguire le gesta dei - ahimè dobbiamo dirlo - molto più umili ragazzi di Saranno Famosi, non sembra una grossa novità assistere alle estenuanti prove canore a cui sono sottoposti i concorrenti, dotati - è necessario aggiungerlo - di straordinarie capacità vocali e grande grinta. Inoltre la novità delle 24 ore e il renfermement obligé è ormai cosa vecchia dopo le due edizioni già viste e digerite del Grande Fratello mediatico.
Ma la vera innovazione, il punto di forza di quello che era stato presentato come l'evento televisivo dell'anno è la squisita conduzione di Miguel Bosè. Simpatico, ironico, passionale, cordiale, colui che l'Italia ha conosciuto come idolo pop una quindicina di anni fa, o come attore per le sue raffinate interpretazioni dei versi di García Lorca o per aver sul grande schermo lavorato per Pedro Almodóvar, è oggi un artista completo, mai inopportuno, piacevolissimo e rassicurante, già candidato - azzardiamo pure - a vincere il premio di personaggio televisivo dell'anno, già moralmente suo per il sincero attimo di commozione che si è lasciato sfuggire durante il prime time.
Voto
5