Nessuna strada di mezzo ha mai portato a Roma. Diceva bene Carmelo Bene. Ciò vale soprattutto per quell'ordigno libertario e liberatorio che è, o dovrebbe essere, la satira. Che mai come oggi sta vivendo un periodo di obnubilamento. L'umorsatira, così Norcini ama definire questa scomoda disciplina, è sempre e comunque altrove, lontana dal potere innanzitutto. Ma in una repubblica dove le notizie strisciano ai piedi dei nuovi padroni, dove l'agonia del consumismo e di un capitalismo senza immaginazione miete vittime a tutti i livelli, una vera critica ironica è roba rara e di contrabbando obbligato. La si può individuare agli antipodi: da una parte quella in perenne apnea, che si richiama ai Guareschie agli Zac, contigua a forme artistiche di rottura e di intervento. Da noi il maestro è indubbiamente Riccardo Mannelli, che assieme a Massimo Bucchi, Stefano Ricci, Gipi, David Vecchiato, Francesca Crisafulli e tanti altri, dopo l'esperienza bella e impossibile del Cuore, ha dato stura alle Officine Guano, che proprio per Piazza della Satira darà vita alla prima uscita ufficiale con un esclusivo happening a sorpresa. Dall'altra quella sboccata, apparentemente disimpegnata, goliardica, ma altrettanto dinamitarda del Vernacoliere. Ed è proprio tra questi "opposti estremismi" che si articola la manifestazione fiorentina.